l'ex ministro Calogero Mannino, assolto in primo grado, ha reso noto il suo orientamento. La decisione non è ancora stata formalizzata dal momento che, appena cominciato, il giudizio, che si celebra in abbreviato, è già stato rinviato al 13 settembre. La Procura generale, che non ha impugnato il verdetto di primo grado, impugnato invece dalla Procura della repubblica, ha necessità di studiare il fascicolo per decidere se chiedere l'eventuale rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale che, in realtà, la legge consente solo in ipotesi eccezionali. Se si andasse verso questa direzione significherebbe raccogliere nuove eventuali prove a carico dell’ex segretario della Dc siciliana. La sentenza di assoluzione per Mannino, per non aver commesso il fatto, arrivò nel settembre del 2015. A pronunciarla: il giudice per le udienze preliminari Marina Petruzzella. Le motivazioni della sentenza furono depositate dopo quasi un anno dalla sentenza, e sul giudizio si entrerà nel vivo a un anno circa dalle motivazioni, tempo record, lunghissimo per un rito abbreviato. Mannino, già uscito indenne al procedimento precedente in cui era accusato di mafia, è finito sotto inchieta nell'ambito di un altro procedimento, quello scaturito dall'indagine della magistratura palermitana sulla presunta trattativa Stato-mafia, di cui l'ex ministro dell'Agricoltura e della Marina mercantile, secondo l'ex Pm Antonio Ingroia, sarebbe stato il promotore. La posizione di Calogero Mannino era stata stralciata fin dal primo grado da quella degli altri imputati perché l’ex ministro ha scelto il processo con rito abbreviato.