occorso ieri sera verso la conclusione dei lavori del Consiglio comunale di Menfi. Mentre l'ex presidente Vito Clemente, oggi esponente dell'Opposizione, stigmatizzava la decisione della giunta di non decurtarsi l'indennità di carica, dai banchi della giunta l'assessore Saverio Ardizzone non avrebbe resistito alla tentazione, come Totò ne “I due marescialli”, di manifestare il proprio dissenso lasciandosi andare in una pernacchia. Ne è scaturito il più tradizionale dei putiferi, con la conseguenza che oggi per la minoranza Ardizzone deve dimettersi. Ezio Ferraro, Santo La Placa, lo stesso Vito Clemente, Andrea Alcuri e Rosa Letizia Maria Sanzone chiedono al sindaco Marilena Mauceri le pubbliche scuse all'intera città e, contestualmente, se Ardizzone non dovesse dimettersi, revocargli lei il mandato al fine di ripristinare quella che viene definita “doverosa deontologia istituzionale, l'etica, lo stile e il rispetto politico”.
Dunque la Mauceri potrebbe essree alle prese con il primo vero problema politico della sua giunta. Ma intanto il diretto interessato, ossia Saverio Ardizzone, nega di aver fatto quella pernacchia. Avevo la tosse, dice.
L'amministrazione dal canto suo non sembra avere alcuna intenzione né di scusarsi né di prendere le distanze per un fatto che – dicono i vertici della giunta – non è nemmeno avvenuto. Anzi, l'attacco è a Clemente: è stato lui ad alzare i toni.
Il consiglio comunale ieri sera ha approvato diversi punti: il Conto cosuntivo del 2017 del comune e quello dell'istituzione Federico II, ma anche l'elezione della commissione elettorale comunale e di quella per i giudici popolari. E ancora: la verifica della quantità e della qualità delle aree per residenze, attività produttive e terziarie e l'adeguamento degli oneri di urbanizzazione con un emendamento proposto dalla commissione per abbassare il costo dei terreni agricoli.