Significa, in buona sostanza, che possono anche scaturire da fuochi che si definiscono “controllati”, che dovrebbero essere gestiti, cioè, da proprietari o gestori di appezzamenti di terreno per scopi di bonifica delle proprie aree. Fuochi che, tuttavia, spesso si trasformano in incontrollati, o a causa del vento, o perché non si è proceduto a mettere in atto le necessarie cautele che, pure, sono previste dalla legge. Insomma: prima di accendere un fiammifero occorrerebbe rispettare determinati parametri peraltro imposti da una legge regionale ma anche dai regolamenti comunali e dalle ordinanze dei sindaci. Il primo parametro più importante è quello della data. Nessuno, infatti, per evidenti ragioni, può accendere un fuoco, nemmeno per pulire il proprio podere, nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 15 settembre. C'è poi l'obbligo, per chi deve disfarsi di sterpaglie varie, di farlo attraverso le cosiddette “linee tagliafuoco”. È di tutta evidenza che le predette prescrizioni non siano state messe in pratica. Sono stati diversi, recentemente, gli incendi che possono essersi propagati da situazioni del genere, estenendosi in modo pericoloso, arrivando a lambire i centri abitati, inducendo la protezione civile, in qualche altro episodio, ad evacuare le abitazioni. Ed è così che il procuratore capo della Repubblica di Sciacca Roberta Buzzolani, avvalendosi della collaborazione del sostituto Carlo Boranga, ha chiesto ai rappresentanti dei venti comuni che ricadono nella giurisdizione del Tribunale di Sciacca, ma anche agli ispettori ripartimentali delle foreste di Agrigento e Trapani, dei comandanti provinciali dei Vigili del fuoco e a quelli delle compagnie dei Carabinieri di Sciacca, Castelvetrano e Cammarata, di sottoscrivere un protocollo d'intesa. Obiettivo: far nascere un coordinamento che, anche attraverso il reperimento di informazioni catastali sui proprietari dei lotti da cui si propagano gli incendi, permetta di accertare le necessarie responsabilità penali. Insomma: dovrebbe essere più difficile, grazie a questa intesa, non individuare più alcuna colpa, come di fatto è accaduto fino ad oggi, di fronte a incendi devastanti. Un centinaio le denunce contro ignoti che si sono accumulate nel corso dell'ultimo anno negli uffici della procura di Sciacca. Per la dottoressa Buzzolani il sistema di accertamento non funzionava. Adesso le cose cambiano. Lo ha annunciato stamattina il procuratore capo in una conferenza stampa, giunta all'indomani dell'ultimo di una raffica di incontri preliminari ai quali hanno partecipato anche i sindaci, i comandanti dei corpi di polizia municipale e i dirigenti degli uffici tecnici comunali. In definitiva: da oggi le indagini dopo gli incendi saranno più mirate e meglio organizzate. Raramente, a fronte delle segnalazioni di incendi, si è riusciti a risalire agli autori. Dopo il suo insediamento il procuratore Buzzolani si è resa conto di quanto fosse difficile contrastare questo fenomeno, intuendo la necessità di creare una sorta di coordinamento investigativo.