il comune di Sciacca potrà contare grazie all'imposta di soggiorno versata dai visitatori lungo l'arco del 2018. Una cifra sicuramente importante, che da qualche anno è aumentata, consentendo in più di qualche caso al comune, inutile nasconderselo, di potere chiudere il proprio bilancio salvando i conti e garantendo servizi che, talvolta, non sembrano proprio essere quelli destinati alle attività turistiche fini a se stesse.
Una cifra importante che, però, potrebbe essere ben più elevata. E questo perché non tutte le attività ricettive che sono proliferate nel corso del tempo sono in regola né con lo Stato, né con il comune. Case vacanza, affittacamere, sedicenti bed and breakfast ospitano i turisti ma non versano un centesimo. E i numeri sono impietosi. Secondo il sito Booking.com, quello che organizza e gestisce prenotazioni e pubblica recensioni sulle attività alberghiere di tutto il mondo, a Sciacca ci sarebbero oltre 300 attività ricettive. Sono meno di un centinaio, tuttavia, quelle che versano regolarmente l'imposta di soggiorno. Più del duecento per cento dei posti letto disponibili sfugge dunque alle statistiche e all'erario. Eppure non sfugge ai siti specializzati. Va da sé, per dire, che nei casi in cui gli agenti della Polizia municipale sono andati a bussare alla porta di qualche casa, al proprietario che impunemente negava che si trattasse di una struttura ricettiva hanno mostrato le copie da internet delle recensioni di persone che aveano alloggiato proprio là.
Le cose potrebbero cambiare a breve, perché sono nate (manco a dirlo) delle ditte private di intermediazione che gestiscono gli introiti dell'imposta di soggiorno per poi preoccuparsi di versare il dovuto ai comuni. A Palermo ma anche a Milano le amministrazioni si sono già rivolte a queste società interessate, evidentemente, a scovare gli abusivi nell'interesse comune. Si sa che in tale direzione il comune di Sciacca ha già deciso di affidarsi ad un'impresa per individuare gli evasori delle altre tasse locali, ammettendo l'impotenza dei propri uffici di fronte ad una questione che, tanto per dirne una, vede ad oggi appena il 55% della platea di contribuenti fare il proprio dovere sulla tassa sui rifiuti. Un danno al quale si aggiunge la beffa per chi è onesto di vedersi rifilare in bolletta pure gli aumenti generati per colpa di chi la TARI non la paga.
Tornando alle strutture ricettive, va da sé che le attività sono cresciute a dismisura, oltrepassando forse lo stesso confine del fabbisogno. Ma è anche a tutela di chi ha investito facendo il proprio dovere, rispettando le norme fiscali ma anche quelle sulla sicurezza, non tralasciando le scelte compiute sulla migliore qualità dell'offerta turistica messa a disposizione dei turisti, che bisogna fare pulizia nei confronti degli abusivi, che inquinano il prodotto interno lordo. La fregatura finale è che i controlli alla fine vengono fatti a chi esiste, mentre gli hotel fantasma raramente va a cercarli qualcuno.