il piccolo centro che sovrasta Taormina, ha visto il governo della Regione intervenire annunciando un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per la messa in sicurezza del promontorio. Una vicenda che sta preoccupando le popolazioni interessate, soprattutto perché da quelle parti si attende da anni un intervento della protezione civile a tutela di un'area già oggetto di frane e smottamenti.
Il caso in specie ha fatto tornare sotto i riflettori un'emergenza che rischia di essere dimenticata, quella che da ben due mesi ormai vede una mezza dozzina di famiglie di Sciacca fuori dalle loro case a seguito dell'evacuazione decisa dalla Protezione civile e scaturita dal cedimento di una parte del costone del Monte Kronio, lato sud, all'altezza della via Pasquale Tacci.
Una decisione cautelativa, quella di sgomberare queste abitazioni, considerate a rischio per eventuali distacchi di porzioni ben più consistenti di roccia. Ma siamo di fronte ad un disagio inaccettabile, soprattutto perché a queste famiglie da due mesi non può venire riconosciuto nemmeno il diritto quanto meno ad un'assistenza economica da parte del comune di Sciacca per un alloggio alternativo. L'area del Monte Kronio, infatti, non è comunale, bensì di competenza del Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali, che in punto di burocrazia, dovrebbe autorizzare il comune.
L'amministrazione comunale per la verità ha chiesto da tempo in tal senso una sorta di via libera che, però, non è mai arrivato. Ma nel frattempo le persone interessate (tra di loro ce ne sono di particolarmente anziane) continuano a rimanere fuori dalle loro abitazioni, costretta a farsi ospitare. Qualcuna pare stia considerando l'idea, pur essendo proprietaria della residenza interdetta, di affittarsi un appartamento.
Ad aggravare ulteriormente le prospettive è la sostanziale ostilità della Regione siciliana di fronte ad un possibile necessario intervento di messa in sicurezza di questo costone. Intervento che permetterebbe alle famiglie evacuate a riprendere possesso delle loro case. E qui si apre un altro problema. Pare, infatti, che lo stesso governatore della Regione siciliana Nello Musumeci si sia espresso sul tema in termini squisitamente economici, valutando inferiore il costo di demolizione delle residenze in pericolo rispetto a quello di messa in sicurezza della montagna.
Ma al nostro telegiornale, l'avvocato Aldo Rossi, del Foro di Sciacca, incaricato di tutelare gli interessi di tre delle cinque famiglie evacuate da san Calogero, non escludendo che quella di Musumeci sia stata una sorta di provocazione, precisa comunque che è una prospettiva fuori discussione, trattandosi di case in regola, tutt'altro che abusive, quindi. Oltre al danno dell'aver dovuto lasciare le proprie abitazioni le persone coinvolte in questa vicenda rischiano dunque di subire la beffa della demolizione delle loro abitazioni. I ricorsi giudiziari sembrano inevitabili. La fase è quella in cui il buonsenso lascia spazio ad enunciati più o meno di principio dalla difficile applicabilità.
È sbagliato banalizzare o presentare demagogiche scenate di gelosia, ma la colpa di queste famiglie di Sciacca, che sembrano figlie di un dio minore, sembra essere quella di essere rimaste vive. Ed è una situazione inaccettabile, che vede anche in questa circostanza il comune di Sciacca essere stato abbandonato dalla Regione siciliana.
Sulla vicenda il deputato regionale Michele Catanzaro ha presentato un'interrogazione parlamentare, mettendo in evidenza che ad oggi cinque famiglie di Sciacca non conoscono il loro destino, e la loro vita forse verrà definitivamente stravolta, mentre per fatti similari occorsi in altre zone della Sicilia, specificamente per il ripristino del costone franato nel comune di Castelmola, sono stati stanziati già i soldi necessari.
Ciò determina un grave nocumento e pregiudizio al destino di queste famiglie, le quali ancora non sanno se potranno mai rientrare nel loro abitazioni o se la loro vita verrà definitivamente stravolta.
Catanzaro vuol sapere quali iniziative il governo intende assumere ad adottare per poter dare certezza e risposte concrete al territorio della città di Sciacca in merito alla frana intervenuta sul versante sud orientale del Monte kronio.