Nonostante le battaglie delle associazioni ambientaliste e, soprattutto, nonostante i divieti delle autorità regionali competenti, c’è chi ancora rischia sanzioni e denunce. Le prime sono già scattate da parte della Guardia Costiera che ha proceduto a bloccare i trasgressori, sequestrando le reti. Lo ha denunciato l’associazione agrigentina MareAmico che plaude all’attività svolta dagli uomini della Capitaneria a tutela di queste specie ittiche e della stessa marineria agrigentina. Purtroppo, evidenzia Claudio Lombardo, questa tecnica di pesca si continua a praticare a pochi metri dalla riva,dove il novellame cerca riparo, con la sciabica che è una rete di pesca a strascico con assetto verticale ed azionata manualmente. Nonostante sia stato appurato che ogni chilo di novellame pescato sottrae al mare circa 2 quintali di pesce adulto, questa pratica continua a discapito degli stessi operatori della pesca che non si rendono conto che alla fine ad essere danneggiati sono sopratutto loro. Lo dimostra la carenza di sarde e acciughe nel mare agrigentino. Negli anni è stata fatta una vera e propria battaglia per arrivare a tutelare il bianchetto, come viene anche denominato, vietando la pesca nel litorale saccense dove arrivavano sin dai primi di gennaio diverse imbarcazioni provenienti da altre marinerie per fare razzia. Risale alla scorsa settimana la comunicazione al Circomare di Sciacca da parte dell’assessorato regionale alla pesca che autorizza solamente la pesca scientifica del novellame. I controlli saranno serrati per evitare che le disposizioni vengano disattese.