è possibile affermare che inizi da oggi il vero e proprio conto alla rovescia in vista dell'inizio della manifestazione in programma dal 28 febbraio al 5 marzo.
Un esperimento, quello della cessione di tutta la macchina organizzativa al raggruppamento temporaneo di tre imprese, che si è autobattezzato “Carnem Levare” (composto da Gn Events, Zeronove25 e Dibbe), che è un po' una sorta di “salto nel buio”, ma che si inquadra evidentemente nel tentativo dell'amministrazione comunale di ottenere il massimo risultato con quello che, però, non può certamente considerarsi il “minimo sforzo”, considerato che ci sono servizi che non possono essere esternalizzati, a partire dai premi in denaro per le maestranze, passando per la protezione civile, la sicurezza e ovviamente il personale comunale, a partire dalla Polizia municipale.
A conti fatti l'assessore allo spettacolo Mario Tulone conta di garantire il risparmio economico, che da anni è l'obiettivo della politica, consapevole che in tempi di vacche magre occorre sì dare continuità (simbolica, tradizionale ed economica) alla manifestazione senza però esagerare con le spese, visto che si rischia di far crescere il malcontento di chi attende che il comune continui ad assicurare i servizi minimi essenziali.
Una scommessa, quella della società affidataria della festa la cui proposta, stando alle indiscrezioni, sarebbe riuscita a prevalere su quella presentata dall'ATS dei carristi sulla base di un corposo papello di proposte migliorative, tutte tendenti a garantire servizi ulteriori rispetto a quelli già richiesti all'interno dell'avviso pubblico. Vedremo cosa ne verrà fuori. Tutto riconduce alla considerazione che una festa come il Carnevale, ormai inevitabilmente, non può più prescindere dagli aspetti economici e di business.
È il secondo tentativo, nella storia recente, che il comune fa di affidarsi ad una ditta privata. Il primo come è noto risale al 2013, l'epoca degli imprenditori napoletani. Le cose non andarono bene per varie ragioni e, ripensandoci, tutti sono autorizzati a fare gli scongiuri ovviamente. Privati che hanno preparato una proposta tendente ad ottenere un utile d'impresa grazie soprattutto alla gestione del suolo pubblico e della gestione pubblicitaria. Privati che potrebbero addirittura sperimentare perfino il ticket d'ingresso, che in una città come Sciacca, e con una festa organizzata in un centro storico che è come una sorta di gruviera, sembra un azzardo non da poco, anche se prima o poi a questo obiettivo bisognerà arrivarci, soprattutto se si pensa che il primo a parlarne ai primi anni Duemila fu l'allora assessore Salvatore Mandracchia.
Carnevale come progetto di promozione del territorio, nel rispetto di una storia ultracentenaria che, però, richiede anche la garanzia di criteri organizzativi che oggi impongono scelte delicate. Perché l'idea che una festa del genere possa sempre autogestirsi è ormai pura follia.