Un'opportunità straordinaria di visibilità e promozione internazionale che, almeno si spera, di riflesso potrà interessare, soprattutto per il futuro, anche il resto della Sicilia, a partire dagli altri due poli turistici, ossia Cefalù e Sciacca. Oggi non è il caso di fare i provinciali, ma sicuramente per il territorio siciliano tutto la possibilità di ospitare questo appuntamento con i capi degli stati più industrializzati del mondo è irripetibile, e per tante ragioni. I leader di governo di Canada Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America tutti insieme in terra di Trinacria. Sotto i riflettori in queste ore ci sono soprattutto il capo della Casa Bianca Donald Trump e il neoeletto presidente francese Emmanuel Macron. Saranno giornate di lavoro intenso per i capi delle potenze economiche mondiali. Ma non mancherà certamente lo spazio per la mondanità. Taormina è una perla paesaggistica e storica di cui l'intera Sicilia può andare orgogliosa. Ma, come detto, oggi è anche il caso di domandarsi quali occasioni potrà dare questo evento al turismo siciliano? E, per quanto ci riguarda, quali opportunità potrà offrire allo stesso territorio di Sciacca? Qualcuno la scorsa estate forse esagerò, immaginando che il Verdura Golf & Spa Resort potesse essere addirittura una tappa del tour che i sette grandi avrebbero potuto fare a margine degli incontri di lavoro.Negli anni il turismo a Sciacca è sicuramente cresciuto. Non si può negare che questo risultato sia arrivato sia grazie al funzionamento continuo degli alberghi di Sciaccamare, gestiti dall'imprenditore Antonio Mangia, sia grazie all'investimento dei primi anni Duemila del resort di Rocco Forte, che ha alimentato un'attenzione internazionale su questa città tanto da costringere, per così dire, diversi imprenditori a capire che era necessario investire nella creazione di nuovi posti letto. Da qui la nascita di una miriade di bed and breakfast e di qualche altra struttura che, per fortuna, si è avuto il coraggio di denominare hotel. Nel confronto con Taormina manca ancora tanto. Il gap purtroppo è ancora incolmabile, non tanto per la bellezza del paesaggio, quanto per una cultura dell'accoglienza e del turismo che, purtroppo, continua a mancare. E la colpa, naturalmente, non è sempre degli altri. Anche se, bisogna dirlo, l'importante introito che il Comune riceve dall'imposta di soggiorno introdotta negli anni scorsi va gestito in maniera diversa, su questo ci sono ben pochi dubbi.I visitatori continuano a godere di uno dei centri storici più belli del mondo, quello di Sciacca, facendo la gimkana tra le auto e gli scooter e respirando gas di scarico a tutto spiano. Alcuni esercenti (pochi, per fortuna) sono ancora convinti che lo straniero vada spennato senza pietà, soprattutto se è ricco, presumendo che essendo ricco sia automaticamente scemo. Non finisce qui. La diffusione delle lingue, a partire dall'inglese, è ancora un miraggio, così come non si può immaginare di fare turismo con l'idea ancora che si possa lasciare penzolare il sacchetto di spazzatura dal balcone, o con le auto parcheggiate in seconda e in terza fila. Città turistiche si nasce, non si diventa. Sciacca è chiamata ad affrancarsi dalla sua stessa autocommiserazione, che è tipica di chi procede sempre con una marcia in meno. Il turismo è fonte di ricchezza, ma non è la ricchezza del conto in albergo o di quello al ristorante. No, la ricchezza è quella che riguarda anche la nostra stessa mentalità. E, non volendo indugiare nel pessimismo a tutti i costi, il gap con le grandi località turistiche da qualche tempo ha subito l'ennesima mortificazione, quella scaturita dalla chiusura delle Terme.
L'APPUNTAMENTO COL G7 DI TAORMINA POTREBBE CREARE BUONE PROSPETTIVE PER IL RILANCIO DEL TURISMO IN SICILIA.