la Direzione Distrettuale Antimafia ha concluso la requisitoria. Il Procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido, e i Pm della Dda Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, hanno chiesto la condanna di tutti e 54 gli imputati coinvolti nella più grande inchiesta antimafia degli ultimi tempi che ha disarticolato le nuove famiglie mafiose dell'agrigentino, svelando anche un presunto intreccio tra Cosa Nostra e la politica dell'entroterra. Si tratta dei 54 imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Vent'anni di carcere, ossia la pena più alta, è stata chiesta per il saccense Salvatore Di Gangi, insieme ad altri nove imputati, tutti ritenuti responsabili delle famiglie mafiose dei propri paesi: Francesco Fragapane di Santa Elisabetta, Pasquale Fanara di Favara, Giovanni Gattuso di Catronovo di Sicilia, Vincenzo Mangiapane di Cammarata, Giuseppe Luciano Spoto di Bivona, Antonino Vizzì di Raffadali, Luigi Pullara di Favara, Stefano Valenti di Favara e Giuseppe Nugara di San Biagio Platani. 14 anni di carcere la richiesta avanzata per l'altro saccense coinvolto, Domenico Maniscalco, 53 anni. Comprese tra i tre e i 18 anni di carcere le pene chieste per gli altri imputati. Ha scelto invece il rito ordinario l'ex sindaco di San Biagio Platani Santino Sabella, anche lui coinvolto nella maxi operazione antimafia “Montagna” e dimessosi dopo il suo arresto che ha portato anche allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Secondo i magistrati della Dda, Sabella avrebbe stretto un patto elettorale con il capomafia Giuseppe Nugara che prevedeva uno scambio di favori.