Sarebbe stato lui stesso, dunque, a pronunciare il nome di Pietro Leto, il diciannovenne arrestato dai Carabinieri alcune ore dopo il tragico episodio, al termine di una nottata di fitti interrogatori, con l'accusa di omicidio. È questo un particolare importante che viene fuori dalle indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dal procuratore della Repubblica di Sciacca Roberta Buzzolani e dal sostituto Roberta Griffo.
Pietro Leto, che si trova rinchiuso all'interno del carcere di Sciacca, sia nell'interrogatorio con il Sostituto Procuratore Griffo, sia nell'udienza di fronte al Gip, che ha convalidato il fermo confermando la custodia cautelare in carcere, ha sempre respinto le accuse.
Le indagini, intanto, svolte dai Carabinieri della compagnia di Cammarata e della stazione di Alessandria della Rocca, sono in pieno svolgimento, e sul corpo di Vincenzo Busciglio non sarebbe stata ancora completata l'autopsia. Non si sa ancora quando, dunque, potranno svolgersi i funerali.
Nulla ancora si sa, inoltre sul possibile movente dell'omicidio. L'accoltellamento, la sera del 12 marzo, è avvenuto in via Sant'Antonio. Vano si è rivelato il tentativo di soccorrere il giovane. Sul posto un'ambulanza del 118, immediatamente allertata, lo ha prelevato agonizzante dal selciato, ma le ferite erano troppo profonde ed il giovane è morto poco dopo l'arrivo presso l'ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera. Una vicenda che ha fatto finire sotto shock il piccolo comune dell'entroterra agrigentino, che qualche sera fa però ha voluto ritrovare il proprio senso della comunità attraverso una partecipatissima fiaccolata.