Via libera ieri sera del Consiglio comunale di Sciacca al regolamento per la composizione bonaria delle controversie tributarie. Un punto che si inquadra nelle iniziative della cosiddetta "pace fiscale" varate dal governo e che tende a far calare il sipario sulle liti pendenti attraverso la rinuncia alle vie legali. Punto, questo, che andava approvato entro il 31 marzo, altrimenti il comune non avrebbe più potuto sfruttare questa opportunità. Sono una novantina le controversie in atto tra comune e terzi, la maggior parte delle quali riguardano contenziosi Imu ma anche tassa sui rifiuti, Terme, Fondazione Pardo e varie ditte fornitrici di beni e servizi al comune. Regolamento che permetterà di potere chiudere queste pratiche garantendo un abbattimento su interessi e perfino sulla stessa sorte capitale. "La previsione con questo regolamento è che il comune di Sciacca, in breve, potrà incamerare almeno un milione di euro", precisa il consigliere comunale Alessandro Curreri, che aveva temuto, per colpa delle beghe tra gli schieramenti, che l'approvazione del punto saltasse definitivamente.
Nel corso dei lavori sono poi stati approvati due debiti fuori bilancio scaturiti da sentenze passate in giudicato che hanno visto il comune soccombere. Un debito ha riguardato un risarcimento nei confronti di una cittadina che era stata aggredita da un cane randagio, l'altro dai danni ad un'autovettura causati dalla frana di piazza Libertà del 2010.
Rinviata la discussione, che avrà natura essenzialmente politica, sull'utilizzo dell'imposta di soggiorno, così come dovrà essere discussa anche la mozione firmata da Alessandro Curreri per il conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato Nino Di Matteo. Un punto sul quale l'esponente pentastellato non nega di ambire ad un'adesione la più ampia possibile. Rimandato anche l'aggiornamento dei prezzi riguardanti gli oneri concessori.
La seduta si è aperta con una discussione sulla vicenda dei canoni di depurazione del 2012 e del 2013. Questione riemersa dopo la sentenza del giudice di pace che ha accolto il ricorso di 22 cittadini (rappresentati dall'avvocato Stefano Scaduto) dichiarando illegittime le cartelle, sulla base della ormai nota questione relativa alla data di notifica, che avrebbe oltrepassato i 5 anni. "È solo il primo grado di giudizio, faremo ricorso, siamo convinti di essere dalla parte del giusto", ha detto Francesca Valenti, rimandando poi alle valutazioni degli uffici. Questione, questa, non gradita da alcuni consiglieri. Silvio Caracappa ha invitato il sindaco a cominciare ad assumersi anche qualche responsabilità politica, e a non limitarsi a far cadere la responsabilità sempre e solo sugli uffici. Questione, quella dei canoni di depurazione, sulla quale Fabio Termine era intervenuto criticando i tempi sempre urgenti delle notifiche, in concomitanza con la scadenza prescrizionale, e ponendo l'esigenza di fare chiarezza soprattutto sul fatto che a fronte di 10 mila avvisi (spalmati tra il 2012 e il 2013) soltanto una ventina di persone ha presentato ricorso. L'esponente di Mizzica si è domandato quale potrà essere il destino degli altri cittadini, quelli che non si sono rivolti ad un legale.
Questione, questa, che ha indotto sei consiglieri del centrodestra (Pasquale Bentivegna, Calogero Bono, Silvio Caracappa, Giuseppe Milioti, Salvatore Monte e Carmela Santangelo) a firmare oggi un'interrogazione per sapere in che modo, coloro i quali hanno effettuato un pagamento evidentemente illegittimo ma che non hanno presentato ricorso, verranno rimborsati. Chiedono, i consiglieri, come mai, prima di emettere degli avvisi di pagamento, non ci si è accertati sulla loro legittimità al fine di non sperperare denaro e gravare ulteriormente la situazione economica dei cittadini.
"Le sentenze vanno rispettate, ma l'amministrazione fa bene ad andare avanti negli altri gradi di giudizio", ha sottolineato da parte sua Simone Di Paola, mentre Paolo Mandracchia ha parlato di giurisprudenza contraddittoria sul tema. Il consiglio dovrà essere riconvocato.