Sono quattro dei comuni cosiddetti dissidenti della provincia che intendono continuare a gestire direttamente le proprie risorse idriche e impianti in virtù dell’articolo 147 del decreto 152 del 2006. L’Ati di Agrigento ha avviato la verifica dei requisiti vantati da una quindicina di comuni che intendono, appunto, continuare la gestione diretta dell’acqua.
Una verifica che sarà effettuata dagli uffici tecnici dell’Assemblea Territoriale Idrica presieduta dal sindaco di Sciacca Francesca Valenti che oggi, al nostro telegiornale, commenta l’avvio di questa attività evidenziando come sia stato il consiglio direttivo dell’Ati a disporla e già da diverso tempo. Dunque, la verifica avrebbe dovuto già essere avviata da settimane, ma Francesca Valenti evidenzia come tutto ciò sia di competenza degli uffici preposti, non certamente dei componenti del direttivo dell’organismo e in tal senso, risponde al collega e sindaco di Ribera Carmelo Pace che, proprio ieri al nostro telegiornale, aveva accusato l’Ati di perdere tempo, anzi di fare melina sulla vicenda.
La posizione di Carmelo Pace, rispetto alle rivendicazioni dei comuni dissidenti, è nota da tempo e proprio nel corso di una riunione che si era svolta a Ribera era stato chiesto un pronunciamento all’ATI e successive azioni nei confronti dei comuni che non dovessero rientrare tra quelli ai quali per legge è consentita la gestione autonoma delle risorse.
Seppure in ritardo, la verifica è stata avviata e proseguirà comune per comune. Intanto è in programma lunedì un altro vertice in Prefettura, alla presenza dei commissari che gestiscono Girgenti Acque , del direttivo dell’Ati e dell’avvocato Mazzarella. Riunione chiesta proprio da Francesca Valenti per fare il punto della situazione alla luce anche dell’ultimo provvedimento, ossia dell’interdittiva antimafia nei confronti della società Hydortecne.