L’ultima è legata alla recente iniziativa degli amministratori del Comune di Menfi che si sono rivolti al Cardinale Montenegro per chiedere sostegno alla loro posizione, ossia quella di voler continuare a gestire le proprie reti idriche. Iniziativa che viene commentata dal coordinatore di Intercopa, il saccense Franco Zammuto. Se così stanno le cose, tanto vale scomodare il Papa e chiedere direttamente a Sua Santità d'intercedere per il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua in provincia, facendoci anche illuminare e comprendere meglio se il concetto di “Solidarietà” è universale o parcellizzabile, ha scritto Zammuto in un comunicato stampa il cui intento dichiarato, in realtà, era quello di superare divisioni e polemiche e guardare all’interesse di tutta la comunità agrigentina. A Menfi, l’ironico commento di Zammuto non è andato giù e il primo a reagire, sui social, è stato il consigliere Vito Clemente. Ringraziamo il rappresentante di Intercopa per il suggerimento e siamo pronti anche ad interessare Sua Santità, così’ come il Presidente della Repubblica, ha scritto l’ex presidente del Consiglio comunale nel suo profilo facebook, invitando a sua volta i suggeritori a trovare anche nei loro comuni il sistema per assicurare un servizio efficiente ed economico. Insomma guardino ai loro interessi, come noi guardiamo ai nostri. E’ questo il messaggio di Vito Clemente che poi ribadisce “Menfi, proprietario delle reti non le cederà per nessuna ragione”.
E pensare che l’appello di Inter.Co.P.A, in realtà, mirava a superare le polemiche e le contrapposizioni per arrivare ad una soluzione solidale di gestione del servizio idrico, lontana da strumentalizzazioni politiche e da interessi “parcellizzati”. Il comitato intercomunale per l’acqua pubblica ha peraltro dibadito quella che ritiene sia la forma migliore per la gestione pubblica dell’acqua, ossia la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile. Inteercopa che chiama in causa solo ed esclusivamente l’Ati, unico organo competente a dirimere la questione e la contrapposizione tra comuni consegnatari e comuni ribelli, ma soprattutto a decidere il futuro governo dell’acqua in provincia.