Monitor, tv, lavatrici, computer, sono tutti apparecchi che in Sicilia difficilmente riescono a essere intercettati. L’Isola è ultima in Italia per recupero di questi beni che talvolta finiscono pure in discariche abusive. Eppure, se ben riciclati, è possibile ricavarne anche il 90% di materiale da riutilizzare, con un rilevante risparmio energetico rispetto all’estrazione di nuove materie prime.
Per questo l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon ha predisposto un piano per favorire la riparazione e il ricondizionamento, e di conseguenza stimolare occupazione e ricavi. Gli apparecchi elettrici ed elettronici, ossia grande elettrodomestici ma anche piccoli strumenti come le chiavette usb quando non funzionano più e non sono riparabili, diventano rifiuti .
L'assessorato ha chiesto un parere al ministero dell’Ambiente che ha confermato la possibilità di mettere in moto un circuito virtuoso che agevola chi ritira gli apparecchi, li ripara o ricondiziona e infine li reimmette sul mercato, evitando che diventino rifiuti.
Adesso l’assessorato emanerà delle indicazioni che andranno a regolamentare meglio il settore, con benefici per l’ambiente.. Secondo i dati recentemente diffusi, in Sicilia nel 2018 sono state recuperate 14.540 tonnellate di rifiuti, contro le 13.396 del 2017. L’aumento registrato non è servito però a schiodare la Sicilia dall’ultimo posto tra le regioni italiane per materiali elettrici recuperati. E nell’ambito della regione, la provincia di Agrigento è quella con le percentuali più basse, superata unicamente da Caltanissetta.