, per i candidati al consiglio comunale, per la città che pure stava assistendo ad una campagna elettorale indubbiamente diversa e per certi versi sottotono in attesa dell'esito della relazione della commissione prefettizia che si era insediata a metà marzo per fare luce sull'attività dell'ente. Il risultato è stato lo scioglimento del Comune per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata, disposto dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Minniti. Per Castelvetrano il commissariamento per almeno 18 mesi e lo stop alle elezioni che avrebbero dovuto svolgersi domenica prossima.
Lo si era evitato nel 1992 quando sindaco della città era Gianni Pompeo, che era tornato a ricandidarsi. Allora le sue dimissioni e quelle del consiglio comunale avevano evitato il provvedimento che ieri invece è arrivato, pure a pochi giorni dal voto.
Da ieri pomeriggio la campagna elettorale è finita, sono cessati gli incontri con gli elettori, i comizi, sono stati abbandonati manifesti elettorali e fac-simili. Dovranno passare due anni, probabilmente, prima di rimettere in moto la macchina delle elezioni amministrative, ma tutti e quattro i candidati si dichiarano pronti ad aspettare e a collaborare, nel frattempo, con i commissari, seppure i commenti a caldo siano stati di diverso tenore.
Il candidato sindaco Luciano Perricone non ha nascosto, ad esempio, il rammarico suo personale e di quanti sostenevano il suo progetto politico. Prendiamo atto delle determinazioni assunte dagli Organi di Stato, ha infatti dichiarato, ma questa decisione a pochi giorni dal voto, sottrae alla città la possibilità di scegliere democraticamente i propri rappresentanti. Perricone auspica, poi, che possono essere rese note al più presto le motivazioni di questo scoglimento e annuncia sin d'ora che il suo impegno e la sua proposta non andranno in soffitta, ma saranno riproposti.
Dobbiamo riscrivere un nuovo capitolo assieme ai commissari e far tornare la politica in città, ha dichiarato da parte sua la candidata sindaco Erina Vivona che già in queste settimane di campagna elettorale aveva registrato il clima di incertezza che si è poi concretizzato nel decreto di sciogliomento del comune per mafia. Anche per il candidato sindaco Maurizio Abate il provvedimento era nell'aria, era una decisione che ci si aspettava alla luce di quanto è successo nell'ultimo periodo e dell'insediamento della commissione prefettizia. L'auspicio, da parte sua, è che chi è responsabile ora paghi.
Pronto ad attendere e a dare un contributo, nel frattempo, al lavoro dei commissari Gianni Pompeo che del comune di Castelvetrano è già stato sindaco per dieci anni.