quella di Agrigento, sono ad un passo dal dichiarare bancarotta, mentre quella di Siracusa lo ha già fatto. Gli enti, ormai, dopo oltre 6 anni di commissariamento, sono alla canna del gas e non riescono più a chiudere i bilanci. Proprio in queste ore a Roma si gioca una partita decisiva tra il governo regionale e quello nazionale per cercare di salvare il salvabile. Entro martedì servono le somme necessarie, provenienti da Roma, per evitare che tutte le Province dichiarino il dissesto finanziario. Per la cronaca, si parla di un finanziamento di circa 300 milioni di euro e servono subito. Già in giornata dovrebbe essere ratificato, tra le parti, il primo provvedimento, ossia i bilanci delle province non saranno più triennali ma annuali. Poi, come detto, entro martedì, occorrono i fondi per tamponare l'emergenza. Ed è anche il Presidente Nello Musumeci a lanciare l'allarme: "Non possiamo più aspettare. Siamo arrivati al limite, i fondi servono subito. Rivolgo un accorato appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinché non si lascino morire enti locali che ad oggi gestiscono servizi fondamentali per le comunità. Personalmente - prosegue Musumeci - sono disponibile a raggiungere il presidente Conte o il suo vice a qualsiasi ora, l'assurda decisione del Governo nazionale di penalizzare ancora i bilanci delle Province rischia di cancellare investimenti per centinaia di milioni di euro. E la Sicilia non se lo può permettere". In questo quadro, rientra anche l'aspetto politico. Le province, in teoria, sono state abolite e sono nati i Liberi Consorzi. Entro giugno, sono previste le elezioni di secondo livello, con le Province, quindi, pronte a riavere, finalmente, un Presidente ed un consiglio provinciale.
Da Roma, però, fanno sapere di avere pronta una nuova riforma, anzi un ritorno al passato: il ripristino delle Province e il ripristino dell'elezione diretta da parte dei cittadini del presidente e del consiglio provinciale. Favorevole a questa riforma la Lega, contrario il Movimento 5 Stelle. Se ne saprà di più dopo le elezioni europee di fine maggio.