E’ su questa tesi che la Procura Generale ha chiesto la condanna a nove anni per l’ex ministro democristiano nell’ambito del processo sulla trattativa Stato- Mafia giunto al secondo grado di giudizio.
Calogero Mannino sarebbe responsabile della trattativa, avrebbe dettato quel “turpe do ut des” perché dopo l’uccisione di Salvo Lima e la strage di Capaci era convinto di essere il prossimo obiettivo della mafia. Così la Procura Generale nel motivare la richiesta di condanna a nove anni, con lo sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato.
“Che tutta la trattativa si riduca alla paura del sottoscritto di essere ucciso è una tesi priva di fondamento, una fake-news” ha replicato intanto Calogero Mannino . Il processo di secondo grado nei suoi confronti è iniziato il il 10 maggio 2017 davanti ai giudici della prima sezione della corte d'appello di Palermo presieduta da Adriana Piras. In primo grado, l’ex ministro era stato assolto dal gup Marina Petruzzella al termine di un processo che era iniziato nel 2012 e si era concluso il 4 novembre del 2015.
La sentenza della prima sezione della Corte d’Appello di Palermo dovrebbe essere emessa prima della sospensione ad agosto dell’attività giudiziaria.
La scorsa settimana, davanti alla corte d'assise d'appello di Palermo, è cominciato anche il processo di secondo grado agli altri imputati della cosiddetta trattativa che, al contrario di Calogero Mannino, erano stati tutti condannati in primo grado.