Questa la decisione assunta dal governatore Nello Musumeci che ha scelta di mettere in atto una robusta cura dimagrante per gli uffici regionali. Il taglio del personale nei vari dipartimenti è pari a circa il 15%. Un colpo di forbici che ha il duplice obiettivo di tagliare, o provare a farlo, i costi per il mantenimento della macchina burocratica regionale e rimodulare ed accorpare mansioni e postazioni. Una scelta necessaria se si tiene conto del fatto che in Sicilia vi erano, fino a ieri, ben 1439 dirigenti distribuiti tra i 27 dipartimenti della Regione. A 228 di loro adesso è stata indicata la porta d'uscita. Una cura dimagrante – come spiega Musumeci – "frutto di una intensa e lunga attività di coordinamento". Nel dettaglio, i tagli riguardano soprattutto l'ufficio legislativo e legale ridotto del 37%, poi quello dell'Energia (meno 30%), Acqua e Rifiuti (meno 27%), per finire con la Protezione Civile e la Funzione Pubblica.
Ridimensionamento, insomma, anche se, nel complesso, la struttura amministrativa regionale rimane enorme e pachidermica. "E' stato messo un freno alle scelte irresponsabili compiute nel passato – dichiara Nello Musumeci – "che hanno fatto della nostra Regione un esempio negativo". Il numero dei dirigenti, rispetto ai dipendenti in attività, resta, in ogni caso, esagerato, una sproporzione a cui si cerca adesso di mettere dei paletti. La nuova organizzazione diverrà operativa non appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione, non prima dei primi di luglio. Il ridimensionamento dei dirigenti equivale anche alla rimodulazione, accorpamenti e ridistribuzione di incarichi e competenze tra i vari dipartimenti. A monitorare la situazione restano i sindacati che, seppur favorevoli al ridimensionamento di costi e postazioni, chiedono con forza che vengano stipulati ed applicati i contratti individuali di lavoro nonché il rinnovo dei contratti collettivi dei dirigenti siciliani.