L'obiettivo dichiarato è quello di fronteggiare l'ennesima emergenza zanzare che, dai primi anni duemila, ossia da quando l'ospedale fu trasferito alla Seniazza, fa disperare operatori sanitari, pazienti e familiari. Disinfestazione straordinaria disposta dal direttore sanitario, sulla base dei problemi degli ultimi giorni. Solo che questa disinfestazione è stata fatta nel terzo corpo dell'edificio ospedaliero, quello che ospita gli uffici. Che, dunque, ieri sono giocoforza rimasti chiusi. C'è chi su questo si è posto degli interrogativi, considerato che la situazione più grave ovviamente, con il massimo del rispetto per gli impiegati, si pensava che dovesse essere qualla relativa alle corsie ospedaliere, dove le scene di persone che inseguono i fastidiosi insetti a colpi di racchette elettriche ormai sono all'ordine del giorno. Il direttore generale dell'Asp Salvatore Lucio Ficarra ha detto qualche giorno fa al nostro Telegiornale che il problema zanzare potrà essere superato definitivamente soltanto nell'ambito dei lavori di ristrutturazione del complesso ospedaliero, quell'investimento da 6 milioni di euro che dovrebbe partire prossimamente. Il peccato originale di questo ospedale, si sa, è la sua ubicazione, progettata all'altezza di un torrente, con le stesse fondamenta contaminate dalla presenza di acqua stagnante, focolaio inevitabile per la proliferazione di zanzare. Ne sanno qualcosa gli stessi residenti della zona, costretti a convivere da sempre col problema delle zanzare. Certo, non è possibile immaginare che nel terzo millennio più che avviato questo problema sia davvero così ancora insormontabile. Certo, è difficile pensare di poter fare una disinfestazione con degenti e operatori sanitari presenti nelle stanze. Sarebbe necessario dunque intervenire con una programmazione coerente di un intervento, con lo spostamento dei singoli reparti da un'ala all'altra per il tempo necessario all'intervento. Qualche anno fa l'intervento delle idrovore consentì di prosciugare l'acqua stagnante che riesce ad incunearsi tra le fondamenta dell'ospedale, fornendo per qualche tempo risultati più che apprezzabili. Forse è il caso di provare a ripetere questo esperimento. Nel frattempo sulle racchette elettriche qualche tempo fa è perfino fiorito il commercio. Perché alla fine, tutto si riduce come al solito alla più tradizionali delle arti di arrangiarsi.