di secondo livello, tra rinvii e retromarce la situazione sta diventando tragicomica. Il governatore Nello Musumeci e il suo esecutivo non hanno preso di buon occhio il rinvio delle elezioni provinciali ad aprile 2020, cosa votata, tra l'altro, la settimana scorsa, da ampie porzioni della sua stessa maggioranza. Ieri il governo ha presentato in Aula un emendamento per indire le elezioni in una domenica di ottobre 2019. Dopo 4 ore di Assemblea e di chiacchiere, però, lo stesso Musumeci ha deciso di fare ritirare questo emendamento, passando la palla alla Commissione parlamentare che tratterà la questione secondo un calendario che deciderà autonomamente. Insomma, tutto e il contrario di tutto. Già nei giorni scorsi, il Presidente aveva preannunciato tale emendamento per riparare, a suo dire, ad un errore, ossia quello del rinvio delle elezioni al prossimo anno, cosa che prolungherà il commissariamento degli enti a 7 anni. Alla prova dei fatti, però, non è riuscito ad andare fino in fondo, perché accusato di voler "sfidare l'Aula" e perché, forse, ha temuto un voto negativo, cosa che avrebbe fatto saltare ulteriormente il banco della maggioranza, già più che instabile. Lo stesso Giancarlo Cancelleri dei 5 Stelle lo aveva del resto messo in guardia: "sono sicuro che se richiediamo il voto segreto questa norma da voi proposta non passa". Mentre per Giuseppe Lupo del Pd: "Invece di proseguire il balletto sulla data delle elezioni, il presidente della Regione dovrebbe dedicare una seduta dell’Ars a temi come l'assetto finanziario, la gestione del personale, l’assistenza ai disabili, i servizi per la manutenzione di strade e scuole”. Insomma anche se si vota, quali e quanti servizi queste nuove Province andranno a gestire? Accogliendo le istanze dell'opposizione, Musumeci ha deciso, al momento, di rinunciare. Per ora, elezioni confermate per aprile 2020, ma non è detta l'ultima parola. Una vicenda surreale, che sfida qualsiasi filo logico, una questione controversa avviata con Crocetta e proseguita con Musumeci. L'alibi del fardello ricevuto dal vecchio governo, però, adesso non regge più.