Persino la richiesta, chiaramente simbolica, di modificare la denominazione della struttura, da Vittorio Emanuele a Ospedale Valle del Belice non è stata presa in considerazione dall’assessore regionale Ruggero Razza al quale il Comitato Civico Orgoglio Castelvetranese aveva consegnato novemila firme a sostegno della forte richiesta di salvaguardia della struttura ospedaliera. Comitato che adesso ritiene di concludere il proprio impegno presentando un ricorso contro il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera nell’isola dell’assessore Razza. Ricorso che è stato redatto gratuitamente dall’avvoca Giovanni Lentini e che il comitato consegnerà al sindaco Enzo Alfano, unitamente alla richiesta che una delegazione venga ricevuta dal Direttore Generale dell’ASP di Trapani per affrontare i gravi problemi dell’ospedale di Castelvetrano. E’ in atto, denuncia il Comitato, un progressivo declassamento della struttura. Viene citato l’esempio del reparto di rianimazione (terapia intensiva collegata con la dialisi e in grado di trattare pazienti infetti) al quale nel 2013 erano stati destinati oltre 3 milioni di euro di fondi pubblici, per non parlare del trasferimento del reparto di oncologia mediante l’abbandono della sala bianca asettica costata tanti soldi pubblici e di quello di anatomia-patologica.
Analoga sorte, denuncia ancora il Comitato di Castelvetrano,toccherà ad altri reparti compresa la ginecologia, per cui non nascerà più nessuno nella nostra cittadina che quindi sarà destinata a essere definitivamente debellata secondo una abbietta strategia preordinata poiché, avendo dato i natali al latitante mafioso, non merita di darne ad altri cittadini per bene. Gli altri reparti saranno declassati con il risultato di un ospedale che di fatto sarà una scatola svuotata e abbandonata che però è costata 75 miliardi delle vecchie lire e che doveva servire a risarcire e proteggere i cittadini colpiti dal sisma del 1968.
Il Comitato Orgoglio Castelvetranese attacca la classe politica che non ha saputo difendere l’ospedale Vittorio Emanuele, ma si dice deluso anche della mancanza di un vero e proprio tumulto di piazza che avrebbe potuto fare la differenza nella lotta a difesa dell’ospedale di un vasto territorio di oltre centomila abitanti.
Non solo la politica, dunque, accusata di avere compiuto un vero misfatto ai danni del territorio belicino per favorire altro territorio vicino, ma viene anche condannata la mancata partecipazione dei cittadini alla battaglia che mirava al mantenimento degli standard sanitari, se non al miglioramento attraverso una classificazione a Dea di primo livello, come avvenuto per Sciacca, per l’ospedale Vittorio Emanuele.