in quattro comprensori territoriali o macroaree, con l'obiettivo di restituire agli agricoltori uno strumento efficiente attraverso, anzitutto, un aumento significativo della superficie irrigua: dagli attuali 61 mila ettari ai 176 mila potenzialmente irrigabili. Questo, in sintesi, il disegno di legge presentato dal governo regionale con cui si intende superare, dopo 24 anni di calvario, la vecchia gestione suddivisa in 11 consorzi. Il nuovo ddl, inoltre, supera pure la proposta avanzata dal precedente governo Crocetta che, invece, intendeva portare a due i Consorzi di Bonifica. Sarà uno soltanto, a cui saranno affiancati corposi investimenti di ammodernamento delle reti, per permettere di aumentare sia il reddito dei lavoratori del comparto sia la superficie irrigabile. Il nuovo ddl è stato presentato ieri pomeriggio a Palazzo d'Orleans nell'ambito di una conferenza stampa. Soddisfatto il Presidente Nello Musumeci: «Si tratta di una riforma epocale. In Sicilia, in passato, a conti fatti, invece di erogare acqua, i consorzi di bonifica sono stati capaci soltanto di recapitare bollette salate agli agricoltori».
A quanto pare, il disegno di legge, condensato in 42 articoli, ha già ottenuto il generale gradimento delle organizzazioni di categoria e sindacali. «La Regione - ha spiegato Musumeci - si farà carico gradualmente di sanare tutti i debiti pregressi che ammontano a circa cento milioni di euro». La riforma dovrebbe riguardare anche i dipendenti. Si parla, infatti, di razionalizzazione del personale, di dipendenti che devono essere maggiormente preparati per le mansioni che devono svolgere, di formazione, di riqualificazione e di risorse umane da spalmare nei settori dove effettivamente servono. Il disegno di legge punta, dunque, su uno sviluppo sostenibile in grado di assicurare risparmio idrico e maggiore possibilità di irrigazione.
L'auspicio, quindi, è che i lavoratori riceveranno le bollette sono per i servizi e per l'acqua effettivamente ricevuta. «I due Consorzi introdotti con la legge voluta dal precedente governo - ha concluso Musumeci - saranno soppressi e posti in liquidazione non appena questa legge entrerà in vigore. Garantiremo la continuità del lavoro ai duemila dipendenti, renderemo produttive anche le aree interne e pagheremo i creditori. Mi auguro che il Parlamento non stravolga l'impianto della legge».