Questa la decisione presa dal Libero Consorzio di Agrigento che, per far fronte ai pochi fondi a disposizione, ha deciso di stringere la cinghia colpendo gli uffici periferici di relazione con il pubblico. Ne consegue che l'URP di Ribera viene chiuso e viene accorpato con quello di Sciacca. Chiude anche l'ufficio di Cammarata che sarà unito con quello di Bivona. Non è tutto. Prevista la riduzione del 60% dell'organico all'interno delle URP di Sciacca, Canicattì, Licata e Bivona. Il personale in forza a questi uffici sarà dirottato verso altre mansioni, ritenute evidentemente più importanti: si parla di ambiente, protezione civile, viabilità, turismo e polizia provinciale., con l'obiettivo in questi settori di dare servizi più veloci ed adeguati ai cittadini. Insomma si potenzieranno alcuni uffici, depotenziandone o chiudendone degli altri. Una spending review a cui l'ente, di fatto, viene costretto dalla Regione Siciliana che non solo eroga pochi fondi ai Liberi Consorzi ma ha lasciato la riforma in sospeso. Non si capisce come, quando e se tale riforma possa arrivare a compimento e nemmeno se si terranno mai le elezioni di secondo livello. Un caos. Non si sa nulla e l'iter è rimasto sulla carta. L'attuale commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Giuseppe Marino, è costretto a fare di necessità virtù per garantire gli stipendi al personale che è composto da 134 persone a tempo determinato e 468 dipendenti a tempo indeterminato. Con mobilità interna è stata disposta anche la copertura del posto di cantoniere, mentre assestamenti di personale subiranno pure i settori dello sport, spettacolo, cultura, affari generali e turismo. Tutto questo in attesa che si conosca di che morte dovrà morire la tanto decantata riforma delle province siciliane: si porterà a compimento o si tornerà indietro sui propri passi?