l'avvocato Stefano Scaduto. Lo fa a nome del Centro Studi “De Gasperi”.
“Al fine – osserva Scaduto - di dare una più sicura attuazione alla volontà popolare di una gestione pubblica del servizio idrico integrato, espressasi nel referendum sull’acqua pubblica del 2011, la forma di gestione che più garantisce che la gestione rimanga pubblica è quella dell’Azienda Speciale Consortile fra tutti i Comuni”.
Fa notare, Scaduto, che in una società per azioni, anche se inizialmente a totale partecipazione pubblica, può accadere che, successivamente alla sua costituzione, uno o più comuni possano cedere le loro azioni a soggetti privati, con la conseguenza che il privato uscito dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra, e si ritornerebbe in tal modo ad una gestione, che per la presenza di soggetti privati, anche in regime misto con azioni di proprietà pubblica, dovrebbe poi perseguire una logica di profitti.
Inoltre, sempre per il presidente del Centro Studi De Gasperi, una società per azioni, anche se totalmente pubblica, non è tenuta ad osservare né le norme di diritto amministrativo (che impongono rigorose procedure selettive per la scelta di fornitori ed imprese per l’esecuzione dei lavori), né regole per le assunzioni di nuovi lavoratori.
Alla luce di questi rischi, al fine di dare una sicura e permanente attuazione alla volontà popolare di una gestione pubblica del servizio idrico, e anche al fine di garantire la concorrenza fra le imprese che dovranno realizzare lavori e servizi per il nuovo Gestore del servizio idrico, è preferibile dunque il modello di gestione tramite Azienda Speciale Consortile. Il Centro Studi, attraverso l'avvocato Scaduto, chiede che l’assemblea dei Sindaci del Libero Consorzio di Agrigento adotti questa forma di gestione. Tuttavia, sempre Scaduto fa notare che la stessa scelta dell’Azienda Speciale Consortile non è sufficiente di per sé a garantire che la gestione del servizio idrico avvenga con criteri di economicità, al fine di ridurre il peso delle bollette idriche per cittadini ed imprese. Una volta scelta l’Azienda Speciale Consortile, sarà necessario in ogni caso porre la massima cura nella elaborazione dello Statuto, del Piano economico finanziario, della pianta organica, in termini di personale necessario.
Gli obiettivi per Scaduto devono essere ridurre i costi ed ottimizzare il servizio nel suo insieme. Ritengono, quelli del Centro Studi De Gasperi, che i Comuni che hanno avuto una gestione autonoma rispetto a Girgenti acque possano essere ragionevolmente convinti ad aderire ad una gestione comune del servizio idrico, garantendo che il quadro dei costi, specialmente di quelli relativi al personale, saranno parametrati ai costi che le gestioni separate hanno fin qui sostenuto.
Va privilegiata sì, dunque, un’Azienda Speciale Consortile, evidenziando però che una gestione economica ed efficiente si potrà ottenere solo definendo il livello massimo non superabile dei costi di gestione, parametrandoli a quelli delle gestioni autonome che finora hanno garantito costi sostenibili per le utenze dei paesi che non hanno avuto Girgenti acque, anche con riguardo alla determinazione dell’effettivo fabbisogno di personale, dovendo essere assunto solo il personale che effettivamente serve a garantire un servizio di qualità. Scaduto evidenzia che su tale importantissimo argomento è necessario che in tutti i Comuni si convochino Consigli comunali aperti affinché tutti, associazioni e semplici cittadini possano partecipare al dibattito. Per quanto riguarda Sciacca, nell’evidenziare che finora il Sindaco di Sciacca, che è anche Presidente dell’ATI, non ha aperto un dibattito pubblico su questo tema, essendosi già espressa per la gestione mediante Spa a totale partecipazione pubblica, ma senza un dibattito cittadino sul tema, chiediamo pubblicamente al Presidente del Consiglio comunale di Sciacca di convocare un Consiglio Comunale aperto sul tema della futura gestione del servizio idrico ed al Sindaco di Sciacca, di chiedere essa stessa, se veramente vuol favorire un dibattito cittadino sul tema, la convocazione di un Consiglio comunale aperto sul tema.