Si è spento a Trieste all'età di 87 anni l'on. Antonino Cuffaro, esponente di spicco del Partito Comunista Italiano, successivamente dirigente di Rifondazione Comunista e infine del Partito dei Comunisti Italiani. È stato infatti presidente di quest’ultimo dopo Armando Cossutta. Cuffaro nasce a Sambuca nel 1932, ma con la famiglia si trasferì presto a Sciacca. A partire dal 1954 si trasferisce a Trieste, conseguendo una laurea in ingegneria navale e meccanica. Il padre, Domenico, era stato uno dei fondatori del Partito Comunista d’Italia e in questo ruolo, quale dirigente per altro della CGIL, era stato minacciato dalla mafia nella provincia di Agrigento. Naturale pertanto che il figlio, Antonino, s’iscrivesse fin da giovane nel partito, dove tiene i suoi primi comizi nel 1948. Dopo due licenziamenti, rispettivamente da ingegnere nei cantieri navali e in una fabbrica di Brescia, Cuffaro trova un lavoro quale insegnante presso l’Iti “A. Volta” di Trieste. Nel 1964 entra nel consiglio comunale di Trieste dove resta fino al 1972. Passaggio di potere tre anni dopo, quando Cuffaro diventa segretario della Federazione Autonoma Triestina del Pci nonché consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia. Cuffaro è inoltre Segretario regionale quando viene discussa la delicata questione dei confini con la Jugoslavia, nel 1972, mentre nel 1976, dietro incarico di Berlinguer, segue la ricostruzione dopo il terribile terremoto in Friuli. Nello stesso anno inizia una lunga carriera alla Camera dei Deputati, dove rimarrà fino al 1987. Con la fine del Pci, Cuffaro aderisce alla Rifondazione Comunista e successivamente partecipa alla rifondazione del Partito dei Comunisti Italiani. Viene infine nominato sottosegretario alla ricerca scientifica nel governo D’Alema, incarico che manterrà anche con il successivo governo Amato. Cuffaro, grazie a un ruolo notevolmente ampliato dalle deleghe, riesce così a varare il primo programma nazionale della ricerca e ad avviare importanti provvedimenti per la scienza in Italia, oltre che per il reclutamento, dopo 18 anni di blocco, di numerosi ricercatori tramite concorso. A ottant’anni, nel 2012, riceve il sigillo trecentesco dall’allora Sindaco Roberto Cosolini, per il ruolo di promozione, a Trieste, così come in tutta Italia, della ricerca scientifica.