destinerà 10 mila euro della raccolta fondi come contributo di solidarietà all'equipaggio del peschereccio "Accursio Giarratano" che ha salvato 50 migranti a bordo di un gommone in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Lo ha annunciato la stessa ONG, una delle più note, sui propri profili social, profili su cui ha dedicato ben due post alla storia dell'equipaggio saccense. Il comandante, l’equipaggio e l’armatore del peschereccio "Accursio Giarratano" si sono assunti questa responsabilità rischiando le loro vite e sacrificando il loro lavoro ed il loro reddito – scrive "Mediterranea". Navighiamo nello stesso mare, quello dell'umanità. Per questo noi di Mediterranea – scrive l'ONG - abbiamo deciso di destinare una parte della nostra raccolta fondi a loro come contributo di solidarietà. Lo facciamo perché chi sostiene Mediterranea sostiene in primo luogo un’idea di umanità e oggi quell’idea ha navigato su quel peschereccio. In mare se qualcuno è in pericolo si salva perché è giusto così. Vogliamo riconoscere pubblicamente e concretamente il loro impegno. L'umanità resiste e 50 persone sono vive grazie al loro coraggio.
Saputo del contributo, la famiglia Giarratano ha già espresso la volontà di voler donare questi 10 mila euro in beneficenza ad alcune onlus che operano nel territorio. La vicenda, intanto, non si è affatto chiusa. I 50 migranti salvati dai Giarratano sono stati prelevati da una nave della Guardia Costiera Italiana, insieme ad altri 90 recuperati in un altro salvataggio.
La motovedetta è, però, tuttora al largo perché dal Ministero degli Interni non è giunta l'autorizzazione allo sbarco a Lampedusa e non è stato assegnato, al momento, nessun altro porto alternativo in attesa di capire l'eventuale successiva distribuzione geografica di queste persone. Ad oggi, quindi, c'è una nave militare italiana che non può approdare in Italia. Mercoledì, intanto, il comandante Carlo Giarratano sarà ricevuto a Palermo, a Palazzo dei Normanni, dove riceverà un encomio solenne su iniziativa della parlamentare Margherita La Rocca Ruvolo e del presidente dell'ARS Gianfranco Miccichè per aver salvato e rifocillato 50 migranti, per il suo alto senso dello Stato e per aver dato una grande lezione su quali sono i valori umani e sul senso della vita.
Un gesto che dovrebbe essere normalità e che normalità, purtroppo, più non è, in un Paese che naufraga nell'odio più becero.