E’ questa la posizione delle associazioni che da anni si battono per l’acqua pubblica, chiara e netta, “senza se e senza Spa”, hanno evidenziato nel corso della seduta straordinaria ed aperta del Consiglio Comunale di Sciacca che si è svolta ieri sera. Una presa di posizione che scaturisce dalla seconda ipotesi di scelta societaria venuta fuori nelle ultime settimane, ossia la Spa. Il sindaco di Sciacca e presidente dell’Ati Francesca Valenti ha ammesso che dopo avere inizialmente condiviso e portato avanti l’ipotesi dell’Azienda Speciale Consortile sono poi sorti in lei dei dubbi, legati alla farraginosità di quella che in fondo non sarebbe altro che una municipalizzata, e come Ati si è deciso di valutare anche l’ipotesi della società per azioni a totale partecipazione pubblica, da lei definita più snella. Tantè che sono due le bozze di statuto che si stanno vagliando e che per il sindaco non presenterebbero sostanziali differenze andando entrambe nella direzione della gestione pubblica dell’acqua. Di più, Francesca Valenti ha dichiarato che la propensione verso la Spa, che tanto ha fatto arrabbiare comitati e associazioni, era venuta fuori da una riunione del direttivo dell’Ati nelle scorse settimane, ribadendo comunque che la decisione definitiva deve essere ancora assunta dall’assemblea di tutti i sindaci e poi dai consigli comunali. E nonostante le ripetute sollecitazioni arrivate ieri sera dai rappresentanti delle associazioni, ma anche dai consiglieri, Francesca Valenti ha aggiunto di non essere in grado, al momento, di scegliere tra le due ipotesi. Per l’associazione l’AltraSciacca di Pietro Mistretta quello del sindaco Valenti è stato però un passo indietro incomprensibile, rispetto all’originaria condivisione dell’Azienda Speciale Consortile. Non se ne comprendono le ragioni, ha aggiunto Mistretta invitando il sindaco ad assumere invece una posizione chiara e netta. Di tradimento nei confronti delle associazioni, ha parlato addirittura Stefano Scaduto del Centro Studi De Gasperi. Sono preoccupato di un sindaco che dopo avere condiviso l’ipotesi dell’azienda propende per una spa, ha aggiunto citando gli esempi non certo positivi delle società per azioni pure a totale partecipazione pubblica, come Terme e Sogeir.
La preoccupazione forte, paventata da tutte le associazioni e comitati che si battono per l’acqua pubblica, è che in futuro la società per azioni consenta l’ingresso dei privati. Lo hanno evidenziato Salvatore Licari dell’associazione Ethikos di Canicattì che ha puntato in particolare sull’aspetto del controllo meglio garantito dall’azienda consortile, Gaspare Viola di Santa Margherita ( coordinamento Titano) per il quale la scelta dell’azienda rispetto alla spa è un dovere etico, oltre che lo sblocco naturale del referendum, ma lo hanno evidenziato anche le associazioni e comitati di altri comuni agrigentini che sono intervenuti al dibattito, da Cittadinanzattiva di Casteltermini, al comitato acqua pubblica di San Biagio Platani, a Konsumer.
Insomma, un dato è certo. Associazioni e comitati per l’acqua pubblica non vogliono la spa, ma l’azienda speciale consortile, pure con i rischi legati ad una struttura appensantita e farraginosa, ha dichiarato il coordinatore di Intercopa Franco Zammuto, che nell’evidenziare l’unità del mondo dell’associazionismo si è spinto a dire che eventuale altra scelta , ossia la spa, sarebbe ostacolata anche con proteste eclatanti.
L’aspetto positivo, al di là della posizion unitaria e chiara, è stato appunto quella della grande partecipazione alla seduta consiliare di ieri sera, rimarcato sia dall’amministrazione, sia dai consiglieri comunali.
Consiglieri che hanno partecipato al dibattito, evidenziando però come soltanto poche ore prima della seduta consiliare avessero ricevuto copia delle bozze di statuto delle due diverse ipotesi societarie. Circostanza evidenziata anche da cittadinanzattiva di Sciacca e dall’Unione dei comitati di quartiere rappresentata da Butera che non ha messo in condizione di avere tutti gli elementi necessari ad una seria valutazione.
Una scelta ponderata e che offra tutte le garanzie possibili, quella comunque auspicata da Carmela Santangelo, Lorenzo Maglienti, Paolo Mandracchia, Giuseppe Milioti e Fabio Termine . Non si rincorrano modelli di gestione snelli e non si facciano scelte che potrebbero risultare le più facili, ma con effetti disastrosi in futuro, hanno evidenziato citando proprio come è iniziata tanti anni fa la gestione Girgenti Acque. Sarà una scelta responsabile e consapevole, ha replicato dalla maggioranza Simone Di Paola. Consiglio Comunale che, infatti, ieri ha ascoltato le associazioni, ma sarà poi chiamato ad esaminare ed approvare il modello societario scelto dall’assemblea dei sindaci.
Oltre al dilemma tra Azienda Consortile o Spa, il dibattito di ieri sera ha toccato altre spinose questioni del servizio idrico integrato. Rispondendo alle sollecitazioni di associazioni e consiglieri di opposizione, il sindaco di Sciacca e presidente dell’Ati ha detto che la verifica dei requisiti vantati dai comuni dissidenti si è conclusa. Sono pochi quelli che rientrerebbero in questa casistica e comunque, ha evidenziato, si andrà avanti secondo quanto prevede la legge, ossia con le diffide per obbligarli, laddove si renderanno necessarie, anche se questa procedura non rallenterà il percorso verso la nuova gestione del servizio idrico. Dichiarazione quest’ultima non condivisa, in particolare, dai consiglieri di opposizione per i quali è necessario chiarire prima ancora di partire con la nuova gestione del servizio, chi e quali comuni ne fara parte. Altra questione, quella del personale attualmente in forza alla Girgenti Acque, tutta ancora da definire.
L’impegno assunto dall’amministrazione e dal consiglio comunale di Sciacca, prima di compiere la scelta definitiva, è quello di tornare ad incontrare associazioni e comitati.