purtroppo, continua a non registrare riscontri significativi, soprattutto se si pensa che, tanto per fare un esempio scuola, la stessa TARI, ossia la tassa sui rifiuti, in una città come Sciacca viene pagata appena dal 40% della platea contributiva. Conseguenza: gli oneri a carico del comune previsti nel piano ARO rimangono scoperti per oltre la metà del fabbisogno, con l'aggravante che gli aumenti in tariffa vengono subiti da chi è già in regola. La parte che non viene pagata si trasforma in residuo attivo ma di difficile esigibilità se non si fa qualcosa.
Una situazione su cui la task-force intersettoriale, quella varata da Francesca Valenti nel tentativo di scovare i furbi, almeno su questo non è riuscita ancora a dare una soluzione. Anche se è doveroso precisare che tra chi non paga non ci sono solo gli evasori ma anche i morosi, ossia cittadini che non hanno la capacità finanziaria ovvero preferiscono fronteggiare altre spese al pagamento di questo tributo. Un atteggiamento che, probabilmente, induce questi cittadini a pensare che tanto la spazzatura qualcuno dalle strade alla fine della fiera la toglierà.
C'è però adesso un nuovo strumento nelle mani del comune per cercare di fronteggiare questa emergenza. Strumento che fa finire nel mirino le attività commerciali e produttive non in regola con i tributi locali. Una misura specifica contenuta all'interno del cosiddetto “decreto crescita” stabilisce che i comuni non debbano rilasciare o rinnovare più licenze, autorizzazioni, concessioni e i relativi rinnovi a chi non è in regola con le tasse. Articolo della norma che prevede anche la revoca di concessioni già rilasciate. È una penalità senza precedenti, introdotta in aggiunta al tradizionale principio delle sanzioni di fronte al mancato pagamento della tassa. Come dire che chi già non paga si preoccupa poco delle aggiuntive pene pecuniarie al suo debito. Rimane da capire quante siano le posizioni di commercianti e imprenditori che non siano in regola con il pagamento delle tasse. Per i privati, infatti, il decreto in questione non stabilisce alcunché, lasciando tutto alla coscienza e alla capacità economica del singolo contribuente. Non si riesce ancora a capire in che modo si potranno perseguire evasori e morosi. Come dire che la misura c'è, bisognerà adesso fare i controlli per scoprire gli infedeli.
Va aggiunto che l'ufficio ragioneria e Finanze del comune di Sciacca nel corso del tempo ha cercato di cambiare un'impostazione generalizzata di autentico far-west fiscale nel quale la città ha vissuto per anni. Lo ha fatto quando il direttore Filippo Carlino ha deciso di sospendere i pagamenti nei confronti di tutti quei fornitori di beni e servizi nei confronti del comune di Sciacca che non fossero in regola con i tributi locali. Un meccanismo che ha costretto diverse imprese a smetterla di limitare a bucare nel chiodo del muro le bollette mettendosi in regola. Situazione più complessa con i singoli cittadini, anche se, nel corso degli anni che ci siamo lasciati dietro le spalle, non sono stati pochi gli stessi dipendenti del comune (nonché consiglieri comunali, nonché amministratori) che hanno dovuto sistemare la propria posizione.
Sono iniziative che confermano la necessità di intervenire per fare in modo che qualcuno faccia gli interessi del comune, visto che spesso ci si dimentica che il comune siamo tutti noi. Occorre fare di più. Si parla da anni della necessità di rivolgersi ad una ditta specializzata che aiuti a scovare gli evasori, anche se non si riesce a capire come sia così difficile incrociare dati tra bollette ENEL e residenze dei cittadini, evitando le cacce alle streghe.