per discutere sulla forma di gestione del servizio idrico nel prossimo futuro. E’ quanto ha chiesto al presidente Tortorici, il gruppo Ribera 5 Stelle, in vista della ormai prossima assemblea dell’Ati chiamata a scegliere tra le due ipotesi finora vagliate, ossia la società per azioni o l’azienda speciale consortile. Lunedì prossimo, infatti, il direttivo dell’Ati presieduto da Francesca Valenti è chiamato a decidere la data di convocazione dell’assemblea dei sindaci. I tempi stringono anche perchìè la gestione commissariale di Girgenti Acque non potrà ancora andare per le lunghe e ci sono tante delicate questioni da affrontare.
Per il gruppo Ribera 5 Stelle è fondamentale che prima di arrivare alla scelta definitiva si dia la possibilità ai cittadini di approfondire le bozze di statuto e pronunciarsi sulle due ipotesi attualmente al vaglio dei comuni. Peraltro, è appena il caso di evidenziare che il sindaco di Ribera Carmelo Pace non si è finora pronunciato nel merito e non ha lasciato trapelare quale sia, tra Spa e Azienda Consortile, il modello societario per il quale propende. Lo hanno fatto altri suoi colleghi. La seduta consiliare aperta, sollecitata oggi dal Movimento 5 Stelle, potrebbe essere l’occasione a Ribera per un dibattito approfondito su un tema molto importante, che investe la futura gestione del servizio idrico. Il gruppo Ribera 5 Stelle, coordinato da Massimo Piraneo, ha le idee chiare in proposito. Ci siamo sempre espressi e battuti per “l'acqua pubblica" - organizzando diverse Agorà e raccogliendo più di 2.000 firme e ora, dichiarano, non possiamo che sostenere la scelta dell’Azienda Speciale Consortile. E’ l'unica strada percorribile, aggiungono, già indicata da altri comuni della provincia, per restituire ai cittadini la gestione “diretta” del servizio idrico . Di più, il gruppo 5 Stelle di Ribera auspica che chi sarà chiamato alla decisione non prenda proprio in considerazione per l'ipotetica futura gestione del servizio idrico le s.p.a. e tutte quelle forme societarie che, a loro dire, consentirebbero al privato di poter ancora una volta partecipare lucrando su un servizio pubblico fondamentale. Posizione questa, fortemente sostenuta dai movimenti e comitati per l’acqua pubblica e da alcuni sindaci. Eppure pare di capire che la decisione definitiva non è così scontata, nonostante la posizione pressochè univoca del mondo dell’associazionismo.