il debito enorme, euro più, euro meno, contratto dalla società Girgenti Acque e riconducibile al gruppo presieduto da Marco Campione. Si è stabilito, però, che non sarà la nuova gestione commissariale, subentrata da pochi mesi, a pagare i debiti accumulati dalla precedente proprietà. Una decisione presa dai due commissari e concordata con i massimi vertici istituzionali della provincia. Come si ricorderà, la guida di Girgenti Acque era passata ai commissari Venuti e Dell'Aira, nominati dal prefetto di Agrigento, Dario Caputo, a seguito dell'interdittiva antimafia che aveva colpito la precedente proprietà dei Campione.
Un debito che, di anno in anno, si sarebbe gonfiato a dismisura fino a toccare la cifra record di 90 milioni di euro, 30 dei quali Girgenti Acque li avrebbe contratti soltanto con SiciliAcque, altra mega azienda da cui il gestore idrico acquista parte dell'acqua, poi distribuita in provincia. Alla base di questo passivo – secondo i commissari – ci sarebbero stati dei problemi con l'erario e nella gestione economica dell’azienda, tra i quali i molteplici interventi di manutenzione straordinaria realizzati dalla precedente gestione tramite l’internalizzazione contravvenendo all’osservanza di procedure ad evidenza pubblica, le bollette non pagate con la conseguente difficoltà nel recuperare i crediti avanzati, nonché i debiti contratti con i fornitori ed i dipendenti. Tra le problematiche poste in essere, i due commissari prefettizi indicano pure la creazione della società Hydortecne che avrebbe generato costi non strettamente necessari.
La situazione debitoria è stata illustrata in seno all'ATI dove, comunque, è stato garantito che, a seguito di accordi con i fornitori, sarà garantita la prosecuzione del servizio idrico. Venuti e Dell'Aira, recentemente, avevano parlato degli obblighi finanziari contratti dalla vecchia Girgenti Acque anche in Commissione Regionale Antimafia, delineando il quadro di una società in precarie condizioni economiche. In particolar modo, avevano sottolineato il costo elevato sostenuto in termini di manutenzione delle reti idriche, in cattive condizioni, e sostenuto, stando ai verbali della Commissione, che Girgenti acque, non disponendo delle necessarie risorse finanziarie, ha omesso di costituirsi parte civile nei numerosi procedimenti penali per i reati di furto e truffa perpetrati in suo danno. Tra le cause dell'attuale situazione anche l'impossibilità di approvvigionarsi dalle fonti dei comuni, a suo tempo, "non consegnatari" delle reti.