realizzato dall’Osservatorio Permanente sulla tassazione delle piccole e medie imprese. Sotto la lente di ingrandimento 141 comuni italiani, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia. La città di Agrigento, rispetto allo scorso anno, guadagna quasi 1 punto e mezzo percentuale sul terreno del carico fiscale. E’ passata infatti dal 63% al 61,6. E per effetto domino, prodotto dal segno positivo del “Total Tax Rate”, si accorciano i tempi sul fronte del “Tax Free Day”, cioè il giorno dell’anno nel quale l’imprenditore smette di lavorare per l’ingombrante “socio fiscale” e comincia a lavorare per sé e per la propria famiglia. Agrigento si libera della “ghigliottina fiscale” il 12 agosto: cinque giorni in meno in riferimento al 2018 quando l’atteso spartiacque era fissato per il 17 agosto. Concretamente tutto questo determina che l’artigiano agrigentino è costretto a faticare 225 giorni per pagare i tributi e 140 giorni per i consumi familiari. La città dei templi occupa in Sicilia la settima posizione, mentre in ambito nazionale è al 111esimo posto. “Registriamo segnali positivi che ci fanno ben sperare – affermano i vertici cittadini e provinciali della CNA - ma servono azioni più incisive per alleggerire ulteriormente questa forte pressione fiscale che rappresenta un freno per la crescita e lo sviluppo della nostra anemica economia. Cna che annuncia la volontà di portare avanti ogni iniziativa utile, avviando subito momenti di confronto e di interlocuzione con le amministrazioni locali per individuare e, ove possibile, azionare le leve di alleggerimento dei tributi che colpiscono pesantemente il nostro tessuto produttivo. Se oggi infatti si sono ottenuti dei piccoli risultati favorevoli, concludono i vertici della Cna questo è avvenuto grazie anche all’innalzamento al 50% della deducibilità Imu sugli immobili strumentali, introdotta dalla Legge di Bilancio 2019”, fortemente sollecitato dalla confederazione.