con l'assessore Leonte, era “in dirittura d'arrivo”. Si tratta – fa sapere il sindaco Francesca Valenti – di un altro tassello per raggiungere l'obiettivo della stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. Continua, a cura del Collegio dei revisori dei conti del comune di Sciacca, l'esame del Bilancio di previsione 2019. I tecnici hanno subordinato il proprio parere al chiarimento di almeno una ventina di punti. Ed è in programma lunedì mattina, in tal senso, il necessario confronto tra il Collegio da una parte, e il direttore dell'ufficio Ragioneria e Finanze Filippo Carlino e il suo staff, nonché l'assessore competente, nella fattispecie lo stesso sindaco Francesca Valenti, dall'altra parte.
Dovrebbe comunque mancare poco ormai al momento nel quale lo strumento finanziario finirà sotto la lente d'ingrandimento della Commissione consiliare Bilancio e finanze. Ma quella all'orizzonte è una corsa contro il tempo, e per ragioni ormai note, ovverosia la necessità di essere al più presto “con le carte a posto” per potere così, entro il 31 ottobre, approvare la stabilizzazione dei 75 precari in forza al comune. Non è solo il bilancio di previsione quello che bisogna licenziare al più presto. Occorre infatti approvare in maniera definitiva anche il Conto consuntivo del 2018 e il Consolidato del bilancio, quello riferito sempre allo scorso anno finanziario. Questione, questa, sollevata nei giorni scorsi dai consiglieri di Opposizione Calogero Bono e Giuseppe Milioti i quali, a stretto giro di posta, hanno incassato l'impegno dell'amministrazione che, con Fabio Leonte, ha garantito che questi punti sono in dirittura d'arrivo. Leonte per la verità ha fatto di più: si è appellato alla minoranza affinché i tempi di valutazione dei singoli punti siano più veloci del previsto.
Oltre ai tempi riservati al Collegio dei revisori, la norma attribuisce alla Commissione 30 giorni. Senza considerare l'eventuale proroga di ulteriori 15 giorni, già con la eventuale scadenza ordinaria si corre il pericolo di essere fuori tempo massimo. Un appello, quello di Leonte, sostanzialmente raccolto da Giuseppe Milioti, pur con gli inevitabili distinguo del caso.
Una questione sulla quale, all'interno dello schieramento di opposizione, dovrà giocoforza aprirsi un dibattito circa l'atteggiamento politico da assumere nei confronti di questi punti. Partendo dall'assunto che la maggioranza non ha i numeri sufficienti per approvarli, non tutti tra i banchi opposti potrebbero orientati ad agevolare il percorso che culmini con l'approvazione dei punti finanziari, per dare poi il via libera definitivo alla stabilizzazione. Il livello dello scontro politico potrebbe rischiare di vedere oggi, nella minoranza, l'obiettivo di far emergere le responsabilità politiche di un'amministrazione che, si sostiene e non certo da oggi, non ha mai privilegiato un rapporto costruttivo, agendo con arroganza, non accettando la realtà, rifiutandosi di condividere qualsiasi proposta con l'opposizione. Il rischio, però, è che si faccia pagare il conto della legittima contrapposizione politica agli operai che aspettano garanzie sul proprio futuro. Eppure di battaglia da condurre ce ne sarebbe una ben più concreta sul livello politico, ossia quella di provare ad impedire la riduzione delle ore da 21 a 17, cosa questa già decisa dall'amministrazione.
Opposizione che, dunque, è chiamata ad un ragionamento di un livello un po' superiore alla quotidiana schermaglia quotidiana da prima pagina di giornali. Tanto più che tutelare il futuro dei precari ex Lsu non significa certamente votare un bilancio che politicamente non condivide. Si sa, però, che sono diverse le possibilità di dare una sorta di lasciapassare, tipo un'assenza politicamente strategica per abbassare il quorum dei votanti. Ci sarà tempo per tornare a litigare su visione della città e politiche quotidiane. Ma sul destino dei precari forse si impone una tregua. Vedremo come andranno le cose.