a far passare i punti proposti dall'amministrazione. Ma ieri sera in Consiglio comunale questo problema è emerso in maniera piuttosto plastica. Il no finale (tra voti contrari e astensioni) al piano triennale delle opere pubbliche, punto propedeutico all'atteso bilancio di previsione, è un fatto senza precedenti, in un ambito nel quale l'amministrazione ha tentato di presentare un emendamento al suo stesso documento per finanziare dei lavori alla biblioteca. Emendametno approvato, mentre si è vista costretta a ritirare un altro emendamento, quello per la collocazione di un tappetino in erba sintetica al campo alternativo Giuffrè per mancanza di copertura finanziaria.
Bocciato anche il punto sulla determinazione del prezzo per le aree pubbliche da destinare ad attività produttive. Troppi, per l'opposizione, i 60 euro al metro quadro stabiliti già da tre anni. Adesso bisogna tornare in aula con nuove proposte per ottenere il via libera. Un doppio ko, quello subito dall'amministrazione in Sala Falcone Borsellino, con una equiparazione tra voti della maggioranza e quelli dell'opposizione: 12 a 12 (Mandracchia malgrado le minacce di collocazione dall'altra parte è rimasto nei ranghi). Ne è scaturito però un dibattito, nel corso del quale Fabio Termine ha chiesto a Francesca Valenti di prendere atto della situazione e di dimettersi. “Basta ricatti”, ha replicato Simone Di Paola, sollevando il tema di un Consiglio che, bocciando i punti bocciati, non ha fatto certamente l'interesse della città. Ma a sollevare la necessità di modificare il quadro dei rapporti con l'opposizione sono stati non solo Paolo Mandracchia ma anche lo stesso Alberto Sabella. Sullo sfondo c'è un clima difficile, quello che registra una forte contrapposizione, nella quale prima del voto finale sul bilancio devono ancora inserirsi punti fondamentali, come il piano delle alienazioni e della valorizzazione degli immobili comunali, il Piano Economico e Finanziario del Piano Aro, il Documento Unico di Programmazione (quella che una volta era la relazione previsionale e programmatica) e, in ultimo, lo schema di bilancio triennale 2019-2021, su cui è atteso nelle prossime ore il parere definitivo del Collegio dei revisori dei conti prima dell'approdo in Commissione. Il tutto mentre gli uffici stanno verificando la rispondenza tra i dubbi sollevati ieri dall'opposizione e la scadenza del 31 ottobre per procedere alla stabilizzazione dei precari. Francesca Valenti ha chiesto una relazione urgente. Pare di capire che si preferisce scongiurare il pericolo che salti tutto, puntando sul via libera definitivo entro la fine del prossimo mese. Un tema, quello riguardante i prossimi tre anni, che ha caratterizzato diversi degli interventi in aula. Il Consiglio ha approvato un debito fuori bilancio da 20 mila euro. Debito prelevato da un lungo elenco e su cui, i consiglieri Calogero Bono, Giuseppe Milioti e Paolo Mandracchia, già in commissione Bilancio e Finanze, ma anche lo stesso Alberto Sabella, hanno sollevato dubbi sul metodo discrezionale utilizzato dall'amministrazione e dagli uffici. In apertura dei lavori, sulla vicenda della prossima indicazione che il sindaco darà in sede di Assemblea ATI, in ordine alla futura gestione delle risorse idriche. Ne è scaturito uno scontro, con Calogero Bono che ha accusato la sindaca di non avere espresso chiaramente la sua opinione. Accusa respinta da Francesca Valenti: “Sono per l'azienda consortile”, ha detto. Pur non nascondendo la propria preoccupazione per questa decisione. Il consiglio dovrà essere riconvocato.