9611 le preferenze da lei ottenute, circa 1.500 in più di quelle incassate da Calogero Bono, che con 8177 voti ha totalizzato il 46% dei suffragi. Ribaltato, dunque, il risultato del primo turno. Era successa la stessa cosa anche nel 2004, quando Mario Turturici, al ballottaggio, recuperò il ritardo del primo turno con Mariolina Bono. Francesca Valenti, 47 anni, sposata e madre di due figli, è la prima donna che assurge al ruolo di primo cittadino di Sciacca. Docente universitaria e avvocato, è originaria di Santa Margherita di Belice. Ha frequentato il Liceo Classico Tommaso Fazello di Sciacca, e da vent'anni vive e lavora a Sciacca, dove condivide lo studio legale col marito Giuseppe Di Prima, anche lui avvocato. I due si sono conosciuti proprio tra i banchi di scuola. Il nome di Francesca Valenti in questa campagna elettorale è venuto fuori in sordina, ed è via via cresciuto. A sostenerla sono stati i partiti del centrosinistra, che sono così riusciti a rilanciarsi dopo i cinque anni di amministrazione Di Paola e a riscattarsi dopo la fine anticipata della precedente Giunta guidata da Vito Bono, accerchiato dalla sua stessa maggioranza, aldilà delle ragioni relative alla sua presunta incompatibilità. Ancora una volta la maggioranza dei cittadini ha punito l'amministrazione uscente. Un fatto che sicuramente induce a più di una riflessione politica, la prima delle quali dovrà essere fatta dalla coalizione di centrodestra. Premiata, dunque, l'impostazione della campagna elettorale di Francesca Valenti, tutta incentrata sulla esigenza di cambiamento, a voler simboleggiare così la necessità di dare discontinuità ad un'azione di governo, quella che si è conclusa, che evidentemente non è riuscita a soddisfare la maggioranza dei cittadini. Non è un caso che queste elezioni passano alla storia anche per la rottura degli schemi avanzata da Mizzica e dal Movimento Cinque Stelle. È indubitabile che le candidature di Domenico Mistretta e Fabio Termine si siano paradossalmente ostacolate a vicenda, bloccandone il possibile sfondamento. A rivelarlo d'altronde sono i numeri. È indubitabile anche, tuttavia, che il risultato del primo turno abbia dato un esito specifico, incentrato su un malcontento diffuso, a conferma del significato netto di una stanchezza manifestata dall'elettorato. A pagarne le conseguenze alla fine è stato Calogero Bono, uomo di partito, indicato da Francesca Valenti come l'espressione della continuità amministrativa. Bono ha cercato di arginare questa impostazione cercando varie contromisure, a partire dalla designazione di assessori che non fossero già uscenti. Ma non è bastato. Ma anche l'avvocato Valenti sa bene che il centrosinistra ha bisogno di recuperare molta credibilità. Dovrà agire, in tal senso, cercando di sintetizzare al meglio le diverse necessità dei singoli partiti. Per farlo dovrà assurgere al ruolo di leader politico della coalizione, tentando di soffocare sul nascere pretese, appetiti e litigiosità. Oltre l'immagine mite e rassicurante che ha dato in questi mesi, c'è un carattere forte, di una persona che sicuramente punterà sull'autorevolezza e sul rispetto degli accordi. Primi impegni del neosindaco: la distribuzione delle deleghe assessoriali, l'individuazione di un accordo per la presidenza del Consiglio comunale, il bilancio di previsione e l'estate saccense (quello che si potrà fare, a partire già dalla Sagra del Mare).