non abbiamo certamente gli stessi problemi”. La pensano così Ezio Bono e Vincenzo Fazio, due operatori turistici della zona di Capo San Marco, area dove tra case vacanze, B&B e stabilimenti balneari le presenze annuali aumentano di anno in anno.
Se, dunque, a giudizio di Fazio e Bono a Sciacca è necessario fare più spesso confronti tra gli operatori economici e le autorità di governo, è anche vero che le esigenze delle grandi strutture ricettive (chiaro il riferimento al Verdura Golf & Spa Resort di Roccoforte e al villaggio turistico di Sciaccamare) sono nettamente diverse da quelle dei piccoli operatori.
A partire dal tipo di ospiti. “I nostri clienti – osservano i due imprenditori - vivono la città 24 ore su 24, i clienti delle grandi strutture soggiornano in gran parte all'interno degli alberghi, già provvisti di tutti i servizi.
Non può essere, dunque, l'entità dei proventi dell'imposta di soggiorno trasferiti al comune a determinare i bisogni del turismo a Sciacca. Si augurano, Ezio Bono e Vincenzo Fazio, che le autorità comunali si rendano conto che a Sciacca i tavoli tecnici debbano essere almeno due, uno per i bisogni, importanti, delle grandi strutture, ed uno per le necessità dei piccoli operatori alberghieri, che hanno altre esigenze e contatti definiti più “realistici”, conoscendo come si debba migliorare l'accoglienza quotidiana nel centro urbano e nelle zone di mare”.
Bono e Fazio annunciano che porteranno all'attenzione dell'amministrazione e del consiglio comunale la necessità di discutere sulla rivisitazione dei rapporti con gli operatori del settore: “A Sciacca tutti parlano di turismo – dicono – anche quelli che non lo vivono in prima persona”. Fanno sapere di essersi indignati di fronte alla definizione di Sciacca come città turistica di serie C, fatta dal gruppo di Mizzica nel corso della loro conferenza stampa. Bono e Fazio non la pensano così. “Noi – dicono - ci impegniamo ogni giorno e investiamo pure, i turisti apprezzano la qualità dei nostri servizi, c'è una crescita importante anche a livello organizzativo e culturale. Ma piuttosto che apprezzare la volontà di crescere investendo e creando opportunità per i giovani, siamo penalizzati.
A San Marco, ad esempio, le presenze sono aumentate e sono in tanti a puntare sulla valorizzazione ulteriore di questo sito, dove i turisti arrivano anche in inverno. “Ma abbiamo bisogno – osservano - che le istituzioni ci siano vicine e facciano ciò che è nelle loro competenze, non si possono abbandonare le zone che hanno grandissime potenzialità e possono creare occupazione e sviluppo”.
Dubbi e perplessità legittimi da parte di due imprenditori che purtroppo però fanno a pugni con una realtà nella quale per averne uno, di tavolo tecnico, c'è voluto già un bel po' di tempo.