o in qualche maniera agevolando, l'approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche e della indicazione del prezzo per aree artigianali. E infatti non è successo. Punti ripresentati in aula ieri sera senza alcuna modifica rispetto alla bocciatura precedente. Ed è andata in scena, così, una sorta di "cronaca di un suicidio annunciato", quello di una maggioranza che non solo non ha più i numeri, ma che ormai ha impostato la sua azione sulla sfida aperta nei confronti dell'opposta fazione. Tutti presenti ieri in aula, e forse il problema è stato proprio questo. Probabilmente Francesca Valenti pensava (o sperava) che qualcuno dell'opposizione non si presentasse. E invece così non è stato. Tutti presenti anche quelli della maggioranza. Risultato finale: 12 voti a favore e 12 contrari (di cui 11 astenuti, ma poco cambia). Inutile e tardiva l'invocazione al senso di responsabilità tentata solo quando si era capito che sarebbe finita male. Una doppia bocciatura che corrisponde ad una nuova debacle, in un contesto in cui, ormai, nessuno dei protagonisti della vita pubblica locale appare disponibile a concedere alcunché all'avversario. Condizione che naturalmente complica il cammino verso l'approvazione del Bilancio 2019, visto che i punti propedeutici continuano a venire bocciati. In tutto questo marasma rimane sul tappeto la questione dei precari. Mentre si sta lavorando per tentare di confermare le 21 ore (utilizzando il 50% del fondo accantonato per i concorsi esterni per poi, nel corso del prossimo biennio, rimpinguarlo), sulla base di quanto dichiarato dal funzionario responsabile Nando Rapisardi non c'è alternativa alla scadenza del 31 ottobre per procedere alla stabilizzazione. Eppure c'è chi continua a ipotizzare possibili proroghe dei contratti. Una condizione che, a meno di 14 giorni dalla scadenza di ottobre, e stando così le cose (il Bilancio è tuttora in Commissione) sembra complicare il quadro, col rischio di tensioni sociali di cui naturalmente si dovrebbe fare a meno. Rimane intatta la questione politica. L'Opposizione ha chiesto "segnali", non tanto sotto forma di astratti appelli al senso di responsabilità, quanto attravereso forme concrete di apertura ad una Minoranza (denominazione ormai impropria considerata la parità dei numeri) che non intende minimamente cedere. Ed è in questo "muro contro muro" politico che la città di Sciacca rischia di pagare conseguenze a dir poco nefaste. Il consiglio intanto torna a riunirsi stasera in seduta aperta per parlare (ancora una volta) della vicenda termale dopo l'opzione a sorpresa della Regione in favore dell'avviso pubblico per manifestazioni d'interesse.