evidenziando di non averne la competenza e demandando agli uffici dell’Ati il compito di definire la posizione dei comuni che vogliono continuare a gestire direttamente le proprie reti. Non sarà l’assemblea dell’Ati, dunque, a stabilire il possesso dei requisiti previsti dall’articolo 147 che consentirebbe almeno ad otto dei comuni che ne hanno fatto richiesta di proseguire la gestione autonoma. In ogni caso, è previsto che mettano a disposizione le proprie risorse idriche, al netto dei quantitativi necessari per i propri cittadini, e applichino la tariffa a consumo in linea con tutto l’ambito territoriale e non più forfettaria.
Non è chiaro, invece, entro quanto tempo gli uffici dell’Ati dovranno definire la posizione dei comuni cosiddetti dissidenti ed è questo l’aspetto che oggi commenta Intercopa, anche in riferimento all’esigenza di accelerare tutte le procedure che dovranno portare alla nuova gestione, da parte dell’Azienda Speciale Consortile, del servizio idrico integrato a fronte della recente diffida della Regione e al rischio di commissariamento dell’ATI di Agrigento.
Tra le questioni che necessitano chiarezza c’è quella della recente proroga concessa dal presidente dell’Ati ai comuni di Raffadali e Favara che avranno fino a dodici mesi di tempo per passare dal regime forfettario a quello della tariffa a consumo. Decisione che Intercopa ha fortemente contestato, ma che ha generato soprattutto la richiesta di revoca da parte dei commissari prefettizi che attualmente gestiscono la fase post Girgenti Acque.