E’ stata tamponata con la requisizione di alcuni di quelli nelle disponibilità di confraternite e circoli, ma è tornata prepotentemente di attualità. Sono una ventina le salme attualmente a deposito e pare che, in almeno un caso, il decesso sia avvenuto nel 2018.
Una situazione che vede in difficoltà soprattutto i familiari dei defunti che, al dolore legato alla perdita, vedono associare l’impossibilità di dare una immediata e degna sepoltura ai loro cari perché non ci sono loculi disponibili.
A conti fatti a Sciacca annualmente si verificano poco meno di 500 decessi. Volendo considerare che la metà trova sepoltura nelle tombe di famiglia, si evince che il fabbisogno è di almeno 200 loculi all’anno.
Peraltro anche la recente definizione delle procedure di assegnazione a privati e confraternite delle aree cimiteriali non consentirà certamente a breve di avere nuove e significative disponibilità. Ci vogliono i tempi tecnici di definizione delle pratiche e poi quelli di realizzazione di nuove cappelle, edicole e sarcofagi.
In ogni caso rimane la questione dei loculi che il comune deve garantire che andrebbe affrontata non come emergenza, ma con un piano di interventi che consenta di non avere periodi in cui non si ha alcuna possibilità di seppellire i morti.
Si è peraltro sperimentata la soluzione dei loculi modulari realizzati in poco tempo e con la partecipazione economica da parte dei cittadini. Si doveva e si deve proseguire in questa direzione perché purtroppo si muore e tutti i giorni ed è inconcepibile che non si riesca a garantire una puntuale sepoltura. E’ uno strazio per i familiari dover recarsi al deposito per portare un fiore ai propri cari. Peraltro, lo stato di abbandono in cui versa il cimitero di Sciacca può essere testimoniato dal semplice fatto che non si riesce a sostituire tempestivamente persino il vetro rotto della porta di ingresso al locale dove le salme sono a deposito. E’ veramente desolante tutto ciò, ancor più ad una settimana dalla ricorrenza della commemorazione dei defunti.