dal titolo "#Porto Sicuro", iniziativa che punta alla sicurezza del lavoro tenendo in considerazione la rilevanza economica che ha il settore in Sicilia. Il tema è al centro di una pianificazione strategica promossa dalla FAI, Federazione Agricola Alimentare Ambientale Industriale Italiana, organismo che opera nell'universo CISL. Il segretario generale per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna è Filippo Bartolotta, il quale chiarisce che la campagna #PortoSicuro vuole dare voce ai pescatori, elaborando proposte idonee e reali per favorire il rilancio della pesca ed assicurare un futuro a tutte quelle famiglie che traggono giovamento e sostentamento economico da un'attività secolare, caratterizzante della nostra regione.
Per Filippo Bartolotta "è anche fondamentale elaborare un sistema di ammortizzatori sociali che leniscano le emergenze di un comparto che, per legge, deve osservare lunghi periodi di fermo dell'attività o che, in certe fasi climatiche, deve fronteggiare lo stop derivante da navigazione impraticabile. Al contempo - rimarca Bartolotta - non può sfuggire un dato incontrovertibile: il lavoro del pescatore è usurante".
Le considerazioni del segretario generale di Fai Cisl Ag-Cl-En accendono l'interesse per una categoria di lavoratori che, in provincia di Agrigento, vede sul piede di guerra le marinerie di Sciacca e Porto Empedocle (ma anche Licata), dopo l'entrata in vigore del nuovo regolamento dell'Unione Europea che blocca la pesca a strascico in tre zone del Mediterraneo fino a poco tempo fa regolarmente battute. "Abbiamo dato e continueremo a dar voce - assicura Bartolotta - ai lavoratori di queste due marinerie che sono impegnati in una flotta di circa 300 unità".
A sostenere la causa della pesca in provincia di Agrigento anche Veronica Iacono, componente della segreteria provinciale Fai Cisl Ag-Cl- En "I lavoratori delle marinerie di Sciacca e Porto Empedocle hanno maturato nel tempo un'inestimabile esperienza ma hanno un'età media elevata. Del settore della pesca pensano che sia vicino all'esaurimento perchè non intravedono ricambio generazionale. E' un grido di allarme che la Fai Cisl intende raccogliere. Con il progetto “#Porto Sicuro” - osserva Veronica Iacono - vogliamo favorire reclutamento, formazione e crescita professionale assicurando futuro ad un settore che è fondamentale per l'economia della nostra regionenonchè un tratto distintivo dell'operosità dei nostri territori".
La campagna “Porto Sicuro” di FAI Cisl è stata annunciata lo scorso luglio. Obiettivo: presidiare, con recapiti permanenti, le principali marinerie italiane e fornire assistenza e formazione alle lavoratrici e ai lavoratori della pesca. Un progetto che vuole rendere il sindacato un punto di riferimento per i pescatori, avviando un’azione di prossimità e di presidio del territorio che rafforza il contributo delle parti sociali a sostegno dei lavoratori e del settore. Fai impegnata con oltre 40 operatori in 70 porti per confrontarsi con i pescatori su tutele, norme, diritti. Lavoro usurante, ammortizzatori sociali, applicazione del Testo Unico sulla sicurezza, fondi integrativi sanitari e per la pensione complementare, requisiti pensionistici, innovazione tecnologica e ricambio generazionale. Circa 6600 lavoratori su 25 mila hanno più di 56 anni, e appena il 12% è sotto i 30 anni. Le giovani generazioni sono la metà di coloro che andranno in pensione nei prossimi anni, tra l’altro con pensioni non adeguate, che ad esempio per la piccola pesca si aggirano anche sulle 450 euro.