È così che, al nostro Telegiornale, Alfredo Ambrosetti, uno dei protagonisti del "tavolo tecnico" organizzato proprio per la stesura dell'atteso documento per la selezione (seria) del partner privato per la gestione del patrimonio termale nell'ambito dell'associazione #OraBasta fondata da Ignazio Messina, chiarisce che l'obiettivo di questa iniziativa è incentrato essenzialmente sull'invito alla concretezza. Un bando che dunque va sulla scia di quanto l'ex sindaco aveva annunciato: "Lo scriveremo noi", volendo dire così a questo governo della Regione (e probabilmente anche a quelli che lo hanno preceduto) che una svolta è possibile.
A comporre il tavolo tecnico, oltre al nucleo storico degli amici di Messina (i suoi ex assessori Alfonso Cutruneo e Michele Coco), l'avvocato Caterina Santangelo, con cui Ignazio Messina ha condiviso la nascita del comitato #OraBasta, l'ingegnere Peppino Di Giovanna e altre personalità che negli anni in cui Messina era sindaco erano stati politicamente molto critici con lui: Alfredo Ambrosetti, Michele Ferrara, Agostino Friscia.
Dunque: il bando lo scriveremo noi, diceva Messina. E così è stato. Il bando è stato scritto. Ed è quasi un modo per marcare la distanza tra l'associazione #OraBasta e l'attività svolta dal Comitato per il Patrimonio Termale, di recente costituzione, che dal canto suo continua a fare pressioni nei confronti dell'amministrazione comunale affinché l'interlocuzione con la Regione, con l'assessore all'Economia Gaetano Armao e con il Governatore Nello Musumeci, sia più efficace e produttiva di quanto, oggettivamente, non sia stata negli ultimi tempi.
I contenuti del bando, almeno per come questo è stato immaginato dal tavolo tecnico, verranno illustrati nei prossimi giorni nel corso di una nuova conferenza stampa. È significativo il dato simbolico, di un'associazione che più o meno provocatoriamente ha deciso di non aspettare più né avvisi per manifestazioni d'interesse, né altri conigli dal cilindro di un assessore all'Economia Gaetano Armao che tutte le volte che si è trattato di imprimere una svolta alla questione ha risposto con un nuovo rinvio.
E in tutto questo rimane il punto nodale di tutto. Insomma: difficilmente il governo (almeno "questo" governo) agevolerà il percorso verso la restituzione delle Terme alla città di Sciacca (tra problemi vari, tra cui quello di un bene come le stufe vaporose bizzarramente associate ad alberghi privi di collegamento fognario e, dunque, non concedibili ad alcuno) se, almeno contestualmente, non si riuscirà a risolvere anche la questione delle Terme di Acireale.
Una cosa rimane pacifica, in qualsiasi modo la si pensi in questa vicenda: a Sciacca si continua a procedere su strade separate, con gruppi divisi, distinti, distanti e perfino polemici. Il gruppo #OraBasta rimprovera infatti al Comitato civico di essersi costituito senza cercare di condividere il percorso che già Messina e il suo raggruppamento avevano iniziato, non esitando ad incatenarsi davanti la Regione, cosa che forse avrebbero dovuto fare almeno i sindaci.
D'altro canto, è anche vero però che il gruppo #OraBasta è nato con una conferenza stampa dove tutto era già stato stabilito, pretendendo poi che gli altri si associassero. Non è questo il problema però: un passo indietro è forse necessario, nell'interesse generale. Tutto questo marasma, infatti, non può che essere gradito a chi da Palermo ha gestito e gestisce la vicenda termale giocando sulle divisioni di un territorio che non può più permettersi di continuare a farsi del male in questo modo.
Il gruppo #OraBasta ha un bando. Nessuno gli ha chiesto di scriverlo, intendiamoci, ma in ogni caso questa può anche venire considerata come una interessante provocazione nei confronti di una Regione siciliana che è la stessa che quasi quattro anni fa chiuse d'emblée le Terme di Sciacca. E invece che dividersi, piuttosto che litigare, al posto di mettere in scena nuovi capitoli della saga infinita dei Perollo e dei Luna, forse sarebbe il caso di dimostrare che questa città vuole bene a se stessa.