per manifestazioni d’interesse ma riservando al comune il beneficio di utilizzo per un certo numero di eventi l’anno. È stato questo uno dei passaggi più importanti dell’audizione in Commissione Sanità dell’Ars, quella presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, sulla questione Terme di Sciacca, alla presenza di comune di Sciacca, comitato civico patrimonio termale e parlamentari regionali Pullara e Mangiacavallo, funzionari e tecnici della Regione e, soprattutto l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao.
Sul tappeto la questione del futuro delle Terme, di un avviso pubblico che al momento non contempla le stufe di San Calogero, cosa per la quale il governo ha chiesto altre due settimane di tempo per cercare di dirimere i dubbi tecnici e vedere in che modo potere inserire anche questa fondamentale parte del patrimonio da mettere a disposizione dell’eventuale partner privato che dovesse aggiudicarsi le Terme. Sono troppe però le questioni aperte, e non solo per l’accatastamento ma anche per il fatto che alla Regione non sono nemmeno in grado di stabilire se si tratti di un bene demaniale ovvero patrimoniale.
Il Comitato civico in ogni caso presenterà una relazione alla Regione siciliana contenente alcune proposte, mentre rimane ancora da definire la questione della concessione dei beni (fatta dall’ex assessore Baccei all’allora neosindaco Francesca Valenti) che probabilmente va risolta attraverso la revoca di quell’affidamento. L’impressione del comitato al termine dell’incontro non è stata negativa. Le parti torneranno a incontrarsi e a discutere, e questa non è una cattiva notizia, posto che in ogni caso grazie alla commissione Ruvolo le parti si sono viste e confrontate. Rimane sullo sfondo il tema di sempre: importante è ciò che pensa la politica delle Terme, ben più importante è ciò che pensano i funzionari. E tutti i limiti che caratterizzano ancora questa parte del problema sono venuti fuori in tutta la loro drammaticità.