maltrattamenti, volontari che non sarebbero iscritti ai registri dell'Azienda Sanitaria Provinciale e donazioni economiche con denaro non tracciabile. E' questo quello che emergerebbe da un'inchiesta del giornalista Alain David Scifo, pubblicata da tpi news, che fa le pulci al mondo del volontariato animalista in provincia di Agrigento, dove accanto ad associazioni in regola e che operano in modo del tutto legale, se ne affiancherebbero altre sprovviste di qualsiasi autorizzazione. Secondo le stime dell'ASP provinciale, sarebbero quasi 1700 i randagi presenti sul territorio nell'agrigentino.
L'inchiesta parte dalla cosiddetta “strage di Sciacca” allor quando, un anno e mezzo fa, in contrada Muciare, vennero rinvenuti una trentina di cani randagi avvelenati.
E' bene sottolineare come vi siano delle associazioni che, invece, operano in modo regolare e positivo.
Dietro all'affidamento dei cani, dunque, stando all'inchiesta di Scifo, potrebbe esserci un business irregolare attorno al quale girerebbero parecchi milioni di euro. Qual è, in merito, la posizione dell'ASP di Agrigento e quali sono le colpe dei Comuni agrigentini?
“Ci sono responsabilità anche da parte dei Comuni agrigentini perché i soldi della Comunità Europea per le sterilizzazioni tornano indietro senza essere stati utilizzati” - afferma al nostro tg Scifo.