e immediatamente per giunta, la seduta consiliare con, all'ordine del giorno, il dibattito politico. E questo, malgrado dall'accordo in tal senso raggiunto in conferenza dei capigruppo ormai due settimane fa, siano stati completamente stravolti i contorni della situazione.
In principio fu l'annunciata rimodulazione complessiva della giunta da parte di Francesca Valenti e il no opposto dalle minoranze alle successive convocazioni del primo cittadino nell'ambito della nuova fase che il sindaco aveva aperto con le sue dichiarazioni in aula. Opposizioni le quali però hanno detto che la sede naturale per ogni confronto fosse sala Falcone Borsellino, e non le stanze chiuse del palazzo.
Oggi, invece, sullo sfondo della discussione c'è la mancanza di due assessori (Brunetto e Segreto) scaturita dallo scontro tra il sindaco e la componente che si intesta all'ex senatore Nuccio Cusumano nell'ambito della pretesa del neonato gruppo di Italia Viva che fosse nominato assessore Gianluca Guardino. Sarà complicato per Pasquale Montalbano resistere a lungo alle pressioni delle opposizioni, soprattutto per evitare il rischio di farsi prima o poi additare come un presidente del Consiglio non imparziale, che attende il via libera del sindaco per autorizzare il dibattito.
Intanto ieri sera la maggioranza Valenti si è riunita per fare il punto della situazione. C'erano anche i tre consiglieri del gruppo Cusumano, compreso Gianluca Guardino. Riunione da cui, a parte le note ufficiali, trapelano ben poche indiscrezioni. La sensazione prevalente è che i cusumaniani vogliano tentare di insistere con i nomi di Brunetto e Guardino per ricomporre la giunta e, naturalmente, anche i rapporti politici, che ad oggi appaiono a dir poco compromessi. Strada però forse seguita tanto per rispettare alcuni passaggi, conoscendone l'esito in anticipo (in questo caso inevitabilmente negativo). Dal canto suo Francesca Valenti potrebbe aspettarsi due eventuali nomi diversi dal gruppo Cusumano per la nomina assessoriale. Anche questa strada però è senza uscita, perché è di tutta evidenza che i cusumaniani non accetteranno mai una proposta del genere. E allora la prospettiva finale sembra sempre più l'appoggio esterno dei consiglieri Ambrogio, Guardino e Ruffo all'amministrazione Valenti. Che, ovviamente, è una prospettiva tesa sdoltanto al logoramento definitivo dei rapporti e a quello che appare un inevitabile passaggio degli ex Sciacca Democratica all'opposizione.
C'è chi maligna che sarebbero intercorse già alcune telefonate tra alcuni singoli esponenti di Italia Viva e rappresentanti dell'altra parte politica, soprattutto del centrodestra. Di certo c'è che il sindaco, pur rispettando i passaggi inevitabili imposti da queste fasi, debba nominare al più presto gli assessori mancanti.
C'è chi sostiene che a questo punto l'orientamento della Valenti sarebbe quello di nominare non due ma quattro assessori, raggiungendo il numero massimo di 7 che è quello consentito dalla recente norma sugli enti locali. Il problema non è semplice. Sì, perché valli a trovare quattro assessori che abbiano un'immagine diversa, nuova, la più possibile inedita, allo scopo di fronteggiare quell'inevitabile ventata di antipolitica che dopo i recenti fatti sta soffiando su Sciacca.
La Valenti sembra decisa ad andare avanti, anche sfidando la sorte di una possibile mozione di sfiducia che, se i cusumaniani dovessero restare fuori dalla maggioranza, diventa più che una prospettiva politica, anche se magari sul piano della tempistica si cercherà di non renderla così immediata, non foss'altro che per non dare l'idea all'opinione pubblica di una specie di ripicca per la mancata accettazione delle proprie richieste.
Ieri con Teresa Bilello i grillini si sono detti pronti a fare la loro parte, mentre il centrodestra più morbidamente ha proposto al sindaco quella che evidentemente si considera un'onorevole uscita di scena. Naturalmente in conclusione va da sé che ancora una volta, dopo il caso di Vito Bono, il centrosinistra sta dimostrando di essere campione del mondo di autolesionismo. Quello che è certo è che c'è una città da amministrare, e tutti i protagonisti della vita pubblica dovrebbero cominciare a privilegiare questo non certo secondario aspetto del problema.