nuova riunione di maggioranza in programma ieri a Sciacca. In programma un nuovo necessario confronto tra le forze della coalizione dopo il bubbone scoppiato la settimana scorsa, a seguito del no opposto dal sindaco alla richiesta dei cusumaniani di nominare assessore Gianluca Guardino al posto del dimissionario Calogero Segreto. Questione da cui, come nel più tradizionale effetto domino, sono scaturite le dimissioni di Carmelo Brunetto. Dimissioni queste ultime inattese, che hanno spiazzato lo stesso sindaco, che continua a considerare questa scelta (evidentemente imposta da ordini di scuderia) a dir poco incomprensibile. Ma indietro non si torna, e su questo Francesca Valenti pare non intenda minimamente transigere, nemmeno sull'ipotesi che circola del possibile reintegro di Carmelo Brunetto, incolpevolmente trascinato nella contesa. Dall'altra parte, il gruppo di Italia Viva forse ha compreso di avere tirato oltremodo la corda, ma anche da quelle parti è difficile immaginare di potere superare l'impasse rientrando nei ranghi della maggioranza magari proponendo altri due nomi, scenario che sembra l'unico in condizione di sbloccare la trattativa. Si sa per certo che dopo i toni duri iniziali e le presunte minacce di mozione di sfiducia, le acque si siano decisamente calmate. C'è da capire la prospettiva politica, il messaggio che passa nei confronti della cittadinanza, il pericolo di un logoramento politico che rischia di essere reciproco. Ma se restano fuori dalla giunta, i cusumaniani dovranno pur darsi un obiettivo. E non c'è bisogno di essere grandi politologi per capire quale sia questo obiettivo.
Intanto le opposizioni affilano le armi, e osservano da spettatori (e commentatori) disinteressati alla tenzone Cusumano-Valenti, e a tutto quello che ne consegue in termini di stabilità politica. “L’orologio si è fermato ma nessuno si preoccupa di cambiare le pile”, dicono oggi centrodestra e indipendente Cinzia Deliberto. Fanno notare, i consiglieri dell'altra fazione politica, come continui a non prendere forma la riunione chiarificatrice della coalizione di maggioranza che dovrebbe incontrarsi per delineare il futuro amministrativo della nostra città e risolvere una grave crisi politica. Ricordano così come siano trascorsi undici giorni dal terremoto politico saccense. Da allora – osservano - la città è governata da un Sindaco e tre soli assessori. E se è vero che le lancette dell'amministrazione sono ferme ad una settimana fa, è anche vero che ci si sarebbe aspettati una risoluzione celere nel rispetto di una comunità che non può più attendere toreri e tori scontrarsi da un giorno all’altro, e questo a prescindere dall’esito degli incontri.
I cittadini – ragionano i consiglieri del centrodestra e Cinzia Deliberto - si chiedono quali saranno le sorti di Sciacca, considerato che l’immobilismo ha preso il sopravvento sulle sorti della città. La città è alla ricerca di una maturità politica perduta che non può giustificarsi dietro l’indole litigiosa di una compagine al governo della città”.