ad impedirlo è la legge. È stata questa la spiegazione del Consiglio di Circolo e del Collegio dei Docenti in ordine alla decisione di respingere la proposta del sindaco Francesca Valenti e dell'assessore alla Pubblica istruzione Gisella Mondino. Richiesta che, per la verità, era relativa alla possibile intitolazione solo di quello che comunemente viene riconosciuto come “plesso Catusi”. Ma, a quanto pare, non è possibile procedere nemmeno in tal senso, essendo questo edificio comunque sotto la giurisdizione del Giovanni XXIII. Come dire che uno stesso istituto scolastico non può avere certo due denominazioni.
La norma in questione, che se non impedisce nettamente la modifica della denominazione della scuola la rende comunque molto complicata, è quella risalente al 1980. Se, infatti, permette di modificare l'intitolazione, dall'altro prevede che questo avvenga attraverso un procedimento a dir poco tortuoso e infernale. Questione questa nella quale si inserisce anche la stessa nota necessità che siano trascorsi almeno dieci anni dalla morte della persona a cui si ritiene di intitolare un edificio pubblico. Aspetto, quest'ultimo, che come si sa riguarda anche le stesse procedure di intitolazione di una via, anche se nel passato non sono mancate le deroghe.
Poi ci sono di mezzo i necessari pareri del prefetto e addirittura del ministro dell'Interno. Per non dire, infine, che la cancellazione del nome precedente dovrebbe sottostare a motivazioni meritevoli di una giustificazione, cosa che rende tutto ancora più complesso. Pare, infatti, non sia possibile cancellare con un colpo di spugna il nome preesistente, trattandosi peraltro (nel caso in specie) di quello di un santo.
Insomma: è la burocrazia che impedisce questo passaggio, che è scaturito (questo bisogna dirlo) dalla straordinaria emozione suscitata dalla scomparsa improvvisa della piccola Carola e per il gesto di grande generosità dei suoi genitori, che hanno donato gli organi, di cui altri bambini sofferenti hanno beneficiato.
L'orientamento della scuola adesso è quello di dedicare un'aula a Carola, e di istituire anche un premio letterario a lei intitolato. Al comune quello che spetta al comune, tra cui la possibilità di attivare le procedure per intitolare a Carola Benedetta Catanzaro una via o una piazza, tentando però di derogare alla norma sulla scomparsa che sia almeno decennale.
Fin qui il caso. Si sa che le famiglie, soprattutto i genitori dei compagnetti di Carola, oltre alla mamma e al papà di Carola, avrebbero voluto che si procedesse nella direzione dell'intitolazione della scuola alla sfortunata bambina. Ma se questa strada non è possibile vorrà dire che se ne percorreranno altre, e bisogna osservare la massima compostezza. Lo diciamo perché su Facebook, attorno alle notizie delle ultime ore, si è scatenata una macchina dell'odio che non può certamente essere alimentata nel nome e nell'innocenza della piccola Carola. Si stanno leggendo contumelie e maledizioni che non possono trovare la benché minima giustificazione, e dalle quali (in qualsiasi maniera la si pensi) bisogna prendere le distanze.