da Francesca Valenti, alla nomina dei nuovi assessori, quelli che completeranno la sua giunta dopo l'interruzione definitiva di ogni trattativa con il gruppo Cusumano, nel frattempo diventato “indipendente”.
Intanto, la condizione che si è venuta a determinare, sulla base dei numeri della coalizione che sostiene il sindaco in Consiglio comunale, ha aperto un ardito dibattito all'interno degli altri schieramenti, a partire da quello di centrodestra, dove nelle settimane scorse sono aumentate considerevolmente le pressioni da parte del raggruppamento di Sciacca al Centro (quello che fa capo all'ex sindaco Di Paola, rappresentato in Consiglio comunale da Salvatore Monte), verso una mozione di sfiducia nei confronti dell'attuale sindaco. Una prospettiva possibile, però, solo se a sostenerla saranno anche gli esponenti di Italia Viva, altrimenti non ci sono i numeri necessari per farla passare. Ed è proprio questo il punto nodale di uno scenario di complessa lettura.
Stando a quanto riferito dallo stesso Cusumano, infatti, gli ex di Sciacca Democratica (pur avendo detto addio alla Valenti) non sono intenzionati ad avallare alcuna prospettiva di mozione di sfiducia. Non al momento, almeno. Eppure sembra che i Dipaoliani insistano lo stesso con determinazione su questo fronte e, stando a quanto si apprende, hanno perfino fatto un sondaggio con gli altri componenti dello schieramento per stilare un elenco di favorevoli e contrari alla mozione contro il sindaco.
Non contrario, ma sicuramente dubbioso, si dice Pasquale Bentivegna. Il quale al nostro Telegiornale oggi spiega che “tocca a Nuccio Cusumano, se lo vuole, aprire la fase della mozione di sfiducia”, ma che “alla luce delle sue stesse dichiarazioni, Cusumano non sembra intenzionato a farlo, e dunque – sostiene Bentivegna - in assenza di questa prospettiva, secondo me ogni ulteriore discussione tra di noi rischia di essere inutile, considerato che senza il fondamentale sostegno dei consiglieri Ambrogio, Guardino e Ruffo, una mozione di sfiducia non avrebbe alcuna speranza di concretizzazione, e non riesco proprio a capire – conclude Bentivegna - di cosa stiamo parlando”.
C'è da domandarsi, dunque, perché il gruppo di Sciacca al Centro insista così tanto a parlare di mozione di sfiducia, sulla scia delle dichiarazioni di Fabrizio Di Paola, che al nostro Telegiornale ha parlato di “tempi maturi” per mandare a casa un sindaco non all'altezza. Riflessione da cui è scaturita la battuta della Valenti, che si è impegnata a camminare sui tacchi.
È verosimile ragionevolmente che, sullo sfondo, possa esserci qualcosa di più di un semplice passaggio politico più o meno simbolico da parte di Salvatore Monte verso un'idea di mozione di sfiducia.
Insomma: sullo sfondo nel centrodestra non c'è solo una contrapposizione tra “falchi” e “colombe”. No, quello in corso sembra piuttosto un dibattito aperto tra “sognatori” e “realisti”. A meno che quelli che abbiamo definito “sognatori” non abbiano tra le mani qualcosa di più che una semplice impostazione onirica. Se così fosse gli altri componenti dello schieramento vorrebbero saperlo. Fatto sta che l'intervento di Bentivegna giunge dopo quello di Giuseppe Milioti, che più volte non ha esitato a criticare l'ipotesi di una grande alleanza politica futura con Cusumano, subendone (stando a quanto si apprende) strali e improperi da parte di chi invece vede nell'idea di un dialogo con l'ex parlamentare una sorta di paradigma di quello che viene definito “dinamismo della politica” con gli occhi puntati, naturalmente, sulle prossime elezioni amministrative.