è giunto ieri sera al culmine di un vertice delle opposizioni. Sembra ormai solo questione di giorni, dunque, e il documento sarà presentato alla presidenza del Consiglio comunale per essere inserito all'ordine del giorno dei lavori. Un vertice, quello delle opposizioni, al quale però è spiccata l'assenza di Fabio Termine, leader di Mizzica. La cui firma sulla mozione, tuttavia, non dovrebbe mancare. A meno di sorprese che, eventualmente, sarebbero a dir poco clamorose. Sulla base della composizione di Sala Falcone Borsellino, per la presentazione della mozione di sfiducia in aula occorrono le firme di almeno dieci consiglieri. Perché la mozione venga approvata, servono invece almeno quindici voti. In questa direzione l'attenzione è tutta diretta alla scelta che verrà compiuta dai tre consiglieri della componente di Italia Viva, quella che si intesta a Nuccio Cusumano. Aspetto sul quale recentemente si è sviluppato un dibattito, che ha visto qualche esponente dell'opposizione subordinare il proprio via libera alla mozione alla sua sottoscrizione (se non addirittura alla stessa promozione) da parte dei Cusumaniani. Al momento la posizione ufficiale di Italia Viva è il no alla sfiducia, ma se si va in aula tutto può succedere. E, evidentemente, se si sta decidendo di andare in aula, vuol dire che c'è qualche possibilità di adesione alla sfiducia da parte dei consiglieri Ambrogio, Guardino e Ruffo.