A denuncialio oggi è il portavoce di Intercopa Franco Zammuto. Per il quale rischia di non servire granché la risoluzione del contratto con Girgenti Acque se oggi la società è tuttora in sella, ancorché commissariata.
L'Assemblea Territoriale Idrica — denuncia Zammuto - non è stata ancora capace di produrre l'atto costitutivo dell'Azienda Speciale Consortile, necessario per sostituire l'attuale gestione commissariale di Girgenti Acque che rimarrà attiva fino a quando non sarà sostituita dalla nuova società. Tant'è che la gente ancora non crede che Girgenti Acque sia stata cacciata. Due i motivi di quella che Zammuto definisce "impasse": la mancanza di soldi per finanziare la nuova società consortile per la gestione dell'acqua pubblica e la pretesa degli otto comuni che gestiscono direttamente di continuare a farlo.
Solo un comune, Santo Stefano Quisquina, secondo Zammuto, è legittimato ad avvalersi dell'articolo 147, quello che garantisce la gestione diretta a chi gode di un approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate, sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici.
Insomma, per Intercopa ogni pretesto è buono per rinviare il problema e non assumersi le responsabilità. Teme, Zammuto, che le prossime elezioni dilateranno ulteriormente i tempi. E intanto i cittadini della provincia, ai quali non è concesso utilizzare alcun pretesto, continueranno a subire grossi disagi per disservizi vari e continueranno a pagare bollette tra le più alte d'Italia.