Di adesioni ne bastano dieci, ma l'obiettivo politico è chiaramente quello che le firme sul documento siano almeno dodici. Obiettivo per la verità complicato, perché in questi giorni ci sono consiglieri che non si trovano nemmeno fisicamente a Sciacca. È anche vero tuttavia che nell'epoca del multimediale non esistono problemi del genere che non siano agevolmente superabili.
Insomma: a dispetto del quadro, da cui emerge un procedimento apparentemente spedito, al punto da far ipotizzare che lunedì mattina 20 gennaio la mozione sarà protocollata al comune di Sciacca, quella in atto è una corsa ad ostacoli. Lo dimostra la stessa presa di posizione di oggi firmata da Pasquale Bentivegna, che pur impegnandosi a votare favorevolmente la mozione di sfiducia in aula, ribadisce di considerare prioritario che a sfiduciare la Valenti siano i Cusumaniani. “L’istituzione della sfiducia – osserva - nasce proprio dalla condizione che la fiducia si può togliere solo quando si è già data”. Insomma: Bentivegna si augura che questa operazione non sia solo una mera corsa a mettere la bandierina e a rincorrere il primato di chi ha per primo voluto e presentato la mozione per poi non avere i numeri in aula. “Sarà il dodicesimo consigliere a firmare, mentre in consiglio comunale il mio voto sarà solo il quindicesimo”.
Insomma: appaiono sempre più innegabili alcune diversità di vedute sul piano dell'impostazione anche all'interno dei singoli schieramenti. A partire da quello di centrodestra, dove ci sono componenti (come quella capeggiata da Sciacca al Centro) che avrebbero voluto presentare la mozione di sfiducia addirittura già ieri mattina. A frenare però sono stati gli altri, e non stiamo parlando solo di Bentivegna, che vogliono ancora confrontarsi e capire le prospettive possibili.
Dunque sono ancora tanti i dubbi riguardanti l'esito finale della sfiducia. L'attenzione è tutta rivolta come è noto alla scelta che compirà il gruppo di Italia Viva di Nuccio Cusumano, determinate per il successo o meno dell'operazione. C'è chi, soprattutto nel centrodestra, considera scontato che in aula Ambrogio, Guardino e Ruffo voteranno la mozione decretando (con 15 voti a favore) la decadenza da sindaco di Francesca Valenti. C'è chi, invece, dubita che le cose potranno prendere questa piega. Il punto politico è chiaro: ipotizziamo infatti che Cusumano possa già guardare alla prospettiva futura, non disdegnando un'intesa elettorale con il centrodestra. Se così fosse, da quelle parti nessuno è in grado di fornirgli garanzie. Sì, perché mentre il forzista Fabrizio Di Paola guarda serenamente ad un possibile accordo con il gruppo dell'ex sottosegretario, non la vedono alla stessa maniera le altre componenti, soprattutto quelle che, più o meno direttamente, fanno riferimento a Fratelli d'Italia. E allora, come è prevedibile, se Cusumano non ha un quadro chiaro della situazione, difficilmente potrà sostenere una mozione di sfiducia che rischia di non lasciargli una prospettiva interessante.
È in questo quadro che si inserisce la possibilità che Italia Viva torni addirittura a discutere con Francesca Valenti, la quale deve ancora nominare altri due assessori, superando così le asprezze del recente passato.
In definitiva: in un quadro in cui sembra che la mozione sia al galoppo verso uno scontato approdo finale, il clima generale appare ancora comunque di estrema incertezza, con una prudenza diffusa che potrebbe non culminare con un risultato concreto, e questo anche se la presentazione ufficiale della sfiducia sembra ormai un dato di fatto, che segna in ogni caso una linea di demarcazione netta nella recente storia politica. Dalla presentazione, entro almeno 30 giorni ci sarà il relativo dibattito in aula. Cosa che, fatti due conti, potrebbe accadere tra il 18 e il 19 febbraio, ossia poche ore prima dell'inizio del Carnevale 2020. Gli sponsor più accesi della sfiducia chiedono di fare presto per tentare, approvando la mozione, di intercettare la prima data utile per le nuove elezioni nel periodo di questa stessa primavera, per evitare un commissariamento che rischierebbe di essere lungo. Ma ormai è chiaro, non tutti hanno la stessa fretta. E alla fine la mozione di sfiducia potrebbe essere solo un atto niente più che simbolico.