che ha accolto il ricorso presentato da una docente di Villafranca Sicula contro il suo trasferimento, dalla vicinissima Burgio ad una scuola di Villanterio, nella pianura pavese. L'insegnante è una delle tante “deportate” di una legge che, dicono i suoi detrattori, sta compromettendo l'unità di centinaia di migliaia di nuclei familiari in tutta Italia.
Nel dettaglio, la storia di questa donna, reduce da quindici anni di precariato, si può attagliare a quella di tantissimi suoi colleghi, che dopo una vita di sballottamenti da una scuola all'altra, sognavano di ottenere il tanto agognato passaggio di ruolo, con una destinazione nella terra natia. Ma a vanificare questo miraggio ci ha pensato la partecipazione, imposta dalla riforma scolastica del Governo Renzi, alla mobilità straordinaria su tutti gli ambiti scolastici. Un contesto assai discusso, già oggetto di diversi pronunciamenti giudiziari, dopo i ricorsi contro l'ormai celebre errore dell'algoritmo segreto del Ministero dell'Istruzione. Algoritmo che ha causato il caos, in quella che si è trasformata in una autentica lotteria dei trasferimenti di docenti. Una vera e propria “macchina impazzita”, che ha prodotto, soprattutto in Sicilia, disparità di trattamento tra i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento (come l'insegnante di Villafranca Sicula) e quelli provenienti dal concorso a cattedre del 2012. E così, la docente ha deciso di rivolgersi ad un legale, l'avvocato Calogero Dimino del Foro di Sciacca, il quale dunque ha preparato un ricorso “ex articolo 700” (provvedimento cautelare d'urgenza) contro l'ultima mobilità straordinaria, quella che ha disposto un nuovo trasferimento della sua assistita da Burgio alla Lombardia. “È stato violato – dichiara oggi al nostro Telegiornale il legale – il principio meritocratico, nonché la stessa Costituzione, anche perché – aggiunge - il concorso in questione non era abilitante, ma semplicemente a cattedra. Un decreto dell'allora Ministro Gelmini riesumò le relative graduatorie, penalizzando, a giudizio dell'avvocato Dimino immotivatamente, i docenti del precariato storico a vantaggio di docenti "non vincitori di concorso".
Grazie al punteggio maturato, l'insegnante di Villafranca era finita nel cosiddetto “organico del potenziamento scolastico”, ottenendo così, la destinazione di Burgio. Poco dopo, però, la riforma della Buona scuola obbligò i docenti provenienti dalla graduatoria ad esaurimetno a fare domanda di mobilità. Il giudice del lavoro di Pavia ha rilevato una concreta disparità di trattamento, dando ragione alla ricorrente, che si era opposta all'illegittimo trasferimento, stressante dal punto di vista professionale ma anche vessatorio sul piano psicologico, soprattutto per aver visto premiare colleghi in qualche caso neolaureati con punteggi inferiori a quelli da lei accumulati in quindici anni di precariato.